Palermo – Mentre la Sicilia evita, almeno per la settimana prossima, ‘l’arancione’ – con la speranza che nei prossimi giorni la curva dei contagi non cresca in modo sproporzionato e i parametri dei ricoveri rimangano sotto controllo – il Tribunale amministrativo regionale boccia la chiusura delle scuole adottata da più della metà dei sindaci siciliani. E’ lo Stato che può decidere di aprirle o meno, non lo possono fare i i Comuni in zona ‘gialla’.
Anche perché la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid19 evidenzia il Tar di Palermo, che ha sospeso le ordinanze dei sindaci di Palermo e Agrigento, è di competenza nazionale, come stabilito da una sentenza della Corte Costituzionale. Dunque in Sicilia si deve tornare subito in classe. I giudici amministrativi avevano già bocciato un analogo provvedimento adottato dal sindaco di Messina, avvalorando indirettamente la tesi della Regione siciliana che, dopo una mini proroga delle vacanze natalizie, aveva disposto la ripresa della didattica in presenza, sottolineando che solo in zona ‘arancione’ i sindaci possono decidere di sospendere le lezioni. Secondo un monitoraggio effettuato dall’Ufficio scolastico regionale in 706 scuole aperte i positivi non superano il 5%. “Ribadiamo l’importanza della scuola in presenza, al fine di garantire un percorso equilibrato di crescita e una piena realizzazione del progetto di vita di ogni alunno”, dice il direttore generale dell’Usr, Stefano Suraniti.
Su 391 Comuni della Sicilia sono 161 quelli che hanno emanato ordinanze sindacali di sospensione della didattica, mentre i restanti hanno regolarmente avviato le attività in presenza. Tra le 548 scuole ricadenti nei Comuni in cui sono stati adottati provvedimenti di chiusura, 513 (434.237 studenti) hanno attivato la didattica a distanza, mentre 35 (28.912 alunni) non hanno svolto lezioni. In calo, intanto, i nuovi casi. 10.023 positivi al Covid (50.567 tamponi processati) a fronte degli 11.354 di ieri anche se il tasso di positività sale al 19,8% (era 19,1%). Gli attuali positivi sono 159.593 con un aumento di 9.127 casi. I guariti sono 875, mentre le vittime sono 21 e portano il totale dei decessi a 7.812. Negli ospedali ci sono 1.472 ricoverati, 9 casi in più rispetto a ieri; in terapia intensiva sono 165, due casi in più.