Ragusa – Il cordoglio ma anche la denuncia dopo la morte tragica dei due lavoratori del trasporto, Andrea Palacino e Salvatore Barca, entrambi di Vittoria, per un incidente in Calabria. Il segretario generale della Cgil di Ragusa, Peppe Scifo e Giuseppe Incatasciato, segretario generale della FILT CGIL affermano “queste altre due vittime si aggiungono al triste e corposo elenco di morti sul lavoro nel nostro Paese.
Più di 1400 nel 2021 una media di 5 morti al giorno nel totale di quasi 500 mila denunce di incidenti (448110 il dato disponibile al 30 ottobre 2021)”. Quindi i due esponenti sindacali proseguoono “un numero elevatissimo che dissemina dolore e testimonia al tempo stesso una situazione di assoluta vergogna per un Paese avanzato come l’Italia. Tra i diversi settore, dove si contano maggiori incidenti mortali, quello dell’autotrasporto e della logistica risulta esser e il più esposto. Da sempre un settore ad alto rischio proprio per la specificità che vede il connubio tragico tra la sicurezza sul lavoro e la sicurezza stradale. Ma non c’è dubbio che le vittime professionali sono aumentate negli ultimi anni per il concorso di diversi fattori che hanno abbassato le condizioni di sicurezza in particolare in questo settore”. Scifo e Incatasciato passano quindi ad elencare tali fattori di criticità “c’è, soprattutto nel sud, una condizione delle strade sempre più inadeguate rispetto ai flussi di traffico elevato e ciò riguarda tutte le infrastrutture legate al trasporto e alla logistica. E’ sempre più evidente che il settore della logistica e del trasporto merci si trova dentro una spirale caratterizzata dall’alta competitività su scala globale, dove l’elemento della riduzione dei tempi e della velocità delle consegne è divenuto strategico per il “core business” di queste aziende.
Tutto ciò composta una elevata pressione sui lavoratori spesso costretti a sostenere ritmi e velocità oltre i limiti consentiti pur di rispettare i tempi di carico e consegna. Da anni denunciamo le diverse irregolarità che costringono i lavoratori del trasporto e della logistica a svolgere il lavoro in condizioni precarie di sicurezza, mettendo a rischio la propria vita e spesso anche quella di altri. Il settore, soprattutto in alcune filiere come quelle dell’agroalimentare, fa i conti con questa realtà dove grandi quantità di merci sono affidate al trasporto su gomma da sud a nord Italia e spesso anche verso Paesi europei. Nel settore dell’autotrasporto sussistono da diversi anni fattori distortivi, come ad esempio la concorrenza internazionale tra Paesi europei della stessa UE prevalentemente dell’Est, dove il costo del lavoro è molto più basso rispetto al centro/nord Europa. Per questo diversi attori della filiera, a partire dalla GDO, spesso si rivolgono ad agenzie estere per abbattere i costi innescando una competitività a ribasso scaricata tutta sulle condizioni di lavoro, a partire dal salario in relazione all’orario di lavoro. I dispositivi di sicurezza e controllo introdotti per la certificazione dei tempi di guida spesso vengono violati con conseguenze disastrose per i lavoratori, soprattutto i dipendenti spesso costretti ad addossarsi sanzioni economiche compreso il ritiro della patente di guida.
Tutto ciò da anni la CGIL e la FILT di Ragusa lo denunciano a tutti gli organi preposti, ma purtroppo la situazione rimane immutata. Serve sinergia e volontà politica prima di tutto per decidere finalmente di intervenire su una delle peggiori tragedie del nostro tempo, inaccettabile per un Paese come il nostro dove il lavoro rappresenta l’elemento fondante della nostra Costituzione”. Infine Peppe Scifo e Giuseppe Incatasciato concludono “il lavoro dev’essere lo strumento attraverso il quale si da forma alla vita di ogni cittadina e ogni cittadino, serve per vivere in modo degno e non può essere strumento di morte come purtroppo accade ogni giorno. Fermare le morti sul lavoro si può solo se si investono forze umane e strumenti per avviare una vera stretta di maglie a partire dai settori più a rischio. La Cgil sarà sempre in testa a questa battaglia fondamentale per fermare questo massacro quotidiano”. (da.di.)