Ragusa – L’ordinanza sindacale con cui il 19 gennaio è stato disposto il “divieto dell’utilizzo dell’acqua per scopi potabili, alimentari e d’uso per pratiche di igiene personale a Marina di Ragusa nei quartieri di Punta di Mola, Santa Barbara, Gesuiti, Scalo Trapanese fino a via Pescara e zone limitrofe” ha suscitato le reazioni da parte dei gruppi e partiti politici che si pongono all’opposizione dell’amministrazione Cassì.
Il capogruppo 5 stelle Sergio Firrincieli va al sodo e chiede in una nota stampa “vorremmo capire che cosa sta accadendo” rifacendosi al divieto di utilizzo disposto “a causa dei valori di nitrati superiori a quanto prescritto dalle norme vigenti”. Osserva Firrincieli “mercoledì è stato il momento della comunicazione ufficiale da parte del Comune; oggi, invece, (il 21 gennaio n.d.r.) è il giorno delle domande da parte nostra. Vorremmo comprendere che cosa è accaduto, come mai si è arrivati a questa ulteriore segnalazione di mutazione del livello di inquinamento delle falde. Nello specifico, chiediamo chiarimenti all’assessore al ramo anche per capire quali le soluzioni che si stanno definendo nell’immediato allo scopo di fare rientrare i valori dell’inquinamento e, soprattutto, per fare in modo che questo disservizio non si verifichi più. Sia chiaro, si parla di salute pubblica e l’interesse principale non è quello di polemizzare sull’accaduto quanto quello di trovare immediate soluzioni per fare rientrare la criticità. Per questo, vogliamo capire che cosa sta succedendo”.
Molto più dura la nota del Partito democratico che scende in campo con il suo segretario cittadino Peppe Calabrese coadiuvato da Pietro Pace, presidente dell’associazione Pericentro che raccogli molti residenti delle contrade che circondano il perimetro urbano, ubicate in gran parte a monte della frazione marinara ragusana. Calabrese e Pace, dopo aver dichiarato di “prendere atto dell’ordinanza sindacale che il primo cittadino ha emesso” passano subito all’offensiva affermando “non possiamo, però, fare a meno di pensare che questa scelta si sarebbe potuta evitare se il Comune avesse messo a regime l’acquedotto di Camemi che dovrebbe portare l’acqua fino ai serbatoi di Marina di Ragusa” ritornando ad insistere quindi su un cavallo di battaglia del Pd e di Calabrese e di Pericentro: Con sarcasmo Calabrese e Pace osservano “nonostante la sindrome da bulimia comunicativa che affligge questa Amministrazione su numerosi temi fin dal suo insediamento, compresi gli annunci riguardanti l’acquedotto di Camemi, la verità è che ad oggi non si è riusciti ad immettere un solo litro d’acqua nell’acquedotto.
Una infrastruttura che nasce proprio con l’idea di portare l’acqua potabile in tutte le contrade a monte di Marina di Ragusa e di provvedere ai fabbisogni del quartiere rivierasco sia nel periodo estivo quando c’è siccità e il consumo d’acqua aumenta vertiginosamente per l’elevato numero di persone che lì vanno a risiedere sia, come in questo caso, quando si verificano episodi inquinamento delle acque. Insomma, sarebbe sufficiente, girando un rubinetto, stoppare l’immissione dell’acqua contaminata e immettere nell’acquedotto che fornisce Marina di Ragusa l’acqua che arriva dalla Diga di Santa Rosalia. Certamente non possiamo puntare il dito sull’Amministrazione per l’inquinamento dell’acqua, ma per l’assenza di una soluzione che, in quattro anni, si sarebbe potuta trovare facilmente”. Quindi il segretario dem Peppe Calabrese e il presidente dell’associazione Pericentro Pietro Pace concludono “tutto ciò è dimostrazione evidente dell’incapacità di un’Amministrazione comunale che ha fatto riunioni nelle contrade annunciando che avrebbe messo in moto il potabilizzatore senza riuscirci, quando queste azioni andrebbero ascritte nella ordinaria amministrazione”. (da.di.)