Comiso – E dunque in questo penultimo fine settimana del primo mese del nuovo anno 2022 sono venuti al pettine alcuni nodi infrastrutturali e con pesanti ricadute economiche sull’intero territorio provinciale.
Ci riferiamo alla questione dell’accorpamento della Camera di Commercio di Ragusa, finora parte della supercamera con Catania e Siracusa, che con quella aretusea va a finire nel monstrum che comprende anche quelle di Trapani Agrigento e Caltanissetta, e della fusione societaria della Soaco che gestisce l’aeroporto di Comiso, con la Sac dell’aeroporto etneo di Fontanarossa nel disegno generale del Governo Musumeci di dar vita a due soli poli aeroportuali siciliani (quello occidentale e quello orientale) in cui sistemare i sei scali isolani di Palermo Trapani Catania Comiso Lampedusa e Pantelleria. Peraltro due vicende fortemente intrecciate anche nei commenti che si sono scatenati sulle vicende in questione. Stefania Campo, deputata regionale M5 esordisce, a proposito della fusione degli aeroporti di Catania e Comiso, con questo commento “che fine farà l’aeroporto di Comiso e dietro gli annunci di Musumeci e Torrisi cosa si nasconde?, troppi interrogativi, mentre riappare lo spettro della privatizzazione”. Per poi spiegare “sulla questione ci sono davvero troppi interrogativi, di cui si parla troppo poco. Per anni, l’aeroscalo comisano, che ha potenzialità enormi, è stato invece sempre trattato come il ruotino di scorta di Catania. E la fusione potrebbe anche essere un fattore positivo se da figliastri diventassimo figli e quindi se Comiso diventasse a tutti gli effetti il terzo aeroporto più importante della Sicilia e, quindi, volano ‘pubblico’ di crescita per tutta l’area del Sud-est dell’Isola.
Ma sappiamo invece che accanto all’annunciata fusione ci sta ancora una grande operazione di vendita al privato e ciò non produce altro che incertezze sul futuro stesso dei due aeroporti”. Ed ecco che nelle parole di Stefania Campo con quella degli aeroporti si intreccia la storia recente delle super Camcom “come dimenticare, ad esempio, la costante attività di Pietro Agen, al vertice della Camera di commercio del Sud-est, da sempre promotore della privatizzazione dello scalo catanese? Abbiamo sostenuto sin dal 2019, in solitudine, ma con atti parlamentari, un importante convegno a Catania che vide anche la partecipazione dell’allora ministro alle Infrastrutture, denunce e segnalazioni alla stampa, e un disegno di legge ad hoc, che le quote degli enti pubblici non possono essere alienate, perché dichiarate strategiche per legge. Il percorso di privatizzazione è stato frenato e il governo regionale ha fatto in parte marcia indietro. Forse anche perché, nello stesso periodo, avevamo presentato una richiesta di verifica dei presupposti per disporre la decadenza del presidente Agen dalla carica ricoperta, per violazione sia dello statuto della Camera di Commercio che della normativa regionale e nazionale, visto che lo stesso aveva pubblicamente dichiarato, in una intervista alla stampa, di aver fatto parte della loggia massonica del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani.
Una richiesta che l’assessore Turano ignorò, da una parte confermando la notizia e dall’altra cercando di sminuire la portata del danno, dichiarando che Pietro Agen fosse sì iscritto alla loggia massonica, ma oramai ‘in sonno’”. Quindi la deputata pentastellata ragusana fa la questa di questi due nodi roventi “la geografia delle Camere di commercio, appena ridisegnata in Sicilia, è il contesto in cui va inquadrata ogni ipotesi di privatizzazione degli aeroporti, per quanto riguarda il delicato nodo della spartizione e della cessione delle quote. La Camera del Sud-Est, oggi formalmente decaduta, controlla il 61,2% dell’aeroporto di Catania, ma chi ci garantisce che questa quota venga adeguatamente distribuita tra Catania, Ragusa e Siracusa e non rimanga in gran parte nell’ormai ‘indipendente’ Camera di commercio di Catania? Sarebbe il caso di fermare questa corsa alla privatizzazione, in attesa, quantomeno, di fare una riflessione sul futuro delle Camere di commercio siciliane. Per Musumeci, evidentemente no. Probabilmente, perché sa di avere i giorni contati alla guida della Regione”. Rimanendo in tema di fusione degli aeroporti etneo e casmeneo c’è anche una nota di Andrea La Rosa, responsabile provinciale Enti locali della Lega Ragusa e presidente provinciale Mpsi (Movimento politico sviluppo ibleo) che rivolgendosi al sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari chiede che quest’ultima “informi il territorio ibleo sui vantaggi derivanti dalla fusione tra Soaco e Sac dopo che sono aumentati i passeggeri”.
Osserva infatti La Rosa “abbiamo letto che la quota del Comune di Comiso sarà salvaguardata come quella del Comune di Catania, che, lo ricordiamo, vanta una percentuale del 2,04 nella Sac. Una partecipazione azionaria così irrisoria, però, farà perdere al Comune di Comiso il potere di incidere sulle scelte strategiche di sviluppo dell’aeroporto Pio La Torre e per questo riteniamo che i cittadini della provincia di Ragusa siano informati dei vantaggi oggettivi derivanti da questa fusione non dimenticando che lo scalo casmeneo, pur in periodo di pandemia, ha visto aumentare il numero dei passeggeri”. E, per necessità di cose, anche il rappresentate leghista comisano non può esimersi dal parlare delle situazione delle camere di commercio, “inoltre, con il commissariamento della Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa avvenuto in questi giorni presumibilmente cambieranno anche i vertici Sac. Quindi, è ancora più importante capire i vantaggi di questa fusione proprio in questo momento. Ad ogni modo, io guardo alla ricchezza della struttura e alle sue potenzialità che sono enormi anche in funzione del bando sul cargo aereo in scadenza il prossimo mese di febbraio che, secondo uno studio elaborato da esperti nominati dal Comune di Comiso, potrà contribuire in maniera significativa alla crescita dell’economia della nostra provincia”. (da.di.)