Il reflusso gastroesofageo è una condizione molto comune in cui il contenuto dello stomaco risale nell’esofago. Ma cos’è? Il reflusso gastroesofageo si verifica in maniera equivalente sia negli uomini che nelle donne e si manifesta in genere in età adulta, tra i trenta e i cinquant’anni.
In Italia colpisce una persona su tre e la probabilità di comparsa del reflusso aumenta con l’avanzare dell’età. Molto frequente è anche il reflusso gastroesofageo nel neonato e durante la gravidanza. Si calcola che in Italia ne soffre tra il 20 e il 30% della popolazione: è il reflusso gastroesofageo, che si verifica quando i succhi gastrici vengono in contatto con la parete dell’esofago e si manifesta con sintomi come bruciore di stomaco, rigurgiti, dolore toracico ma persino tosse e laringiti (con raucedine).
Reflusso gastroesofageo: la malattia
La malattia da reflusso gastroesofageo, o GERD, è una malattia dell’apparato digerente caratterizzata dal reflusso patologico del contenuto gastrico in esofago. I sintomi possono essere molteplici come acidità, bruciore di stomaco, rigurgito, dolore o fastidio al torace, tosse cronica, mal di gola e/o raucedine, ecc.
Reflusso gastroesofageo: dipende dall’età
La malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) è una malattia molto comune nei paesi sviluppati che tradizionalmente è sempre stata considerata tipica delle persone di mezza età e anziane ma che negli ultimi anni registra un aumento anche nelle persone più giovani (30-39 anni). Non mancano casi in cui tale malattia si manifesti anche in pazienti più giovani interessando anche età infantile e neonatale con differenti intensità di sintomi.
Reflusso gastroesofageo: la Gerd
La GERD è una patologia che può avere svariate cause; certamente una delle più importanti è la “debolezza” di quella struttura che separa l’esofago e lo stomaco cioè la cosiddetta giunzione gastro-esofagea che è predisposta per limitare la risalita del contenuto dallo stomaco verso l’esofago. Quando tale giunzione non funziona in modo corretto o intervengono alcuni fattori esterni, allora si può sviluppare la malattia da reflusso gastro-esofageo. Le condizioni che possono aumentare il rischio di GERD includono: obesità, ernia iatale, gravidanza, disturbi del tessuto connettivo (ad esempio la sclerodermia), rallentato svuotamento dello stomaco.
Reflusso gastroesofageo attenzione a questi cibi
Gli alimenti, di per sé, non causano il reflusso nelle persone sane. Vi sono cibi che possono peggiorare i sintomi da reflusso e che sarebbe meglio evitare come la cioccolata, la menta, la cipolla, l’aglio, il pomodoro, caffè, i cibi grassi, agrumi, il fumo, l’alcool, bevande gasate.
In realtà, proprio perché tali cibi non causano il reflusso, piccole quantità sono consentite essendo consapevoli che la loro assunzione porta al peggioramento della sintomatologia.
I sintomi della GERD
Il bruciore di stomaco (o pirosi, un dolore urente dietro lo sterno) è il sintomo più evidente di reflusso gastroesofageo. La pirosi può essere accompagnata da rigurgito, in cui il contenuto dello stomaco raggiunge la bocca, causando talvolta mal di gola, raucedine, tosse o una sensazione di nodo in gola (sensazione di bolo). Talvolta, il contenuto dello stomaco cola nei polmoni, causando tosse e/o rantolo. I soggetti con bruciore di stomaco di lunga data sviluppano difficoltà di deglutizione (disfagia).
Complicanze del reflusso gastroesofageo
- L’esposizione prolungata della parte inferiore dell’esofago al reflusso ripetuto può provocare
- Infiammazione dell’esofago (esofagite)
- Ulcere (piaghe aperte) dell’esofago (esofagite erosiva)
- Restringimento dell’esofago (stenosi esofagea)
- Cellule alterate nell’esofago che possono diventare cancerose (vedere Tumore dell’esofago)
L’infiammazione dell’esofago (esofagite o esofagite erosiva) causa sintomi tipici della malattia da reflusso gastroesofageo, ma forse più gravi. Può anche provocare dolore durante la deglutizione (odinofagia). Alcuni soggetti presentano sanguinamento, di solito leggero ma può essere abbondante. Il sangue può essere vomitato o progredire lungo il tratto digerente, causando l’emissione di feci nere, picee (melena) o con sangue color rosso vivo, se il sanguinamento è abbastanza profuso. Un lieve sanguinamento per un lungo periodo di tempo può provocare anemia da carenza di ferro.