Ragusa – La ripresa c’è e i numeri del consuntivo consumi 2021 elaborato dall’ufficio studi di Confcommercio lo testimoniano: l’anno si è chiuso con una crescita del Pil del 5,3% in provincia di Ragusa e con un rialzo dei consumi del 4,9%.
Ovvio, visto il periodo, che non sia il caso di fare voli pindarici anche perché, come sottolinea lo stesso ufficio studi “si tratta in larga parte di rimbalzi statistici” ma testimoniano comunque una grande vitalità del tessuto produttivo territoriale nonostante l’andamento della pandemia. Il problema però è che ci sono dei settori che non sono mai riusciti a riprendersi e ad “agganciare” la ripresa a cominciare dalla filiera turistica e dall’area della cultura e del tempo libero che sono ancora molto distanti dai livelli del 2019. “Ristorazione e alberghi – denuncia il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – registrano una perdita di consumi, rispettivamente, del 27,3% e di quasi il 35%, i servizi culturali e ricreativi del 21,5%; e ci sono anche altri comparti con cali a doppia cifra, come i trasporti (-16%) e l’abbigliamento e le calzature (-10,5%). E’ evidente che il recupero prosegue più lentamente del previsto e per i consumi, in calo del 7,3% rispetto al 2019, il completo ritorno ai livelli pre-pandemici non avverrà prima del 2023”.
Per una ripresa più robusta – osservano dall’ufficio studi – bisognerà attendere condizioni macroeconomiche più favorevoli, anche perché la nuova ondata pandemica, con le conseguenti restrizioni e, soprattutto, l’accelerazione inflazionistica innescata dai prezzi delle materie prime, rischiano di bloccare l’ampio potenziale di consumo delle famiglie della provincia di Ragusa. Manenti fa, poi, un’altra riflessione: “La nuova ondata pandemica, insieme a inflazione e caro energia, sta raffreddando consumi e ripresa economica. Una ripresa che per decine e decine di imprese, come quelle del turismo, non è mai arrivata pienamente. In un contesto ancora così grave e allarmante, occorre procedere subito con i sostegni ai settori più colpiti, a cominciare dal rinnovo della cassa Covid e delle moratorie fiscali e creditizie”.