Ragusa – A causa delle restrizioni causate dalla diffusione epidemiologica da Covid-19, la giornata del malato, quest’anno, sarà celebrata nei presidi ospedalieri e nei vicariati della diocesi attraverso un programma essenziale con iniziative nei reparti Covid dell’ospedale Giovanni Paolo II dove sono stati organizzati momenti di preghiera e di riflessione mariana insieme con i malati e con gli operatori sanitari.
A darne comunicazione l’ufficio diocesano per la Pastorale della salute. In contemporanea, nel reparto Hospice dell’ospedale Maria Paternò Arezzo verrà presentata da Antonella Battaglia e Stefania Antoci (rispettivamente vicedirettore e segretaria dell’ufficio) l’iniziativa “Il filo della cura”. «In un momento storico così difficile e pieno di incertezze, dove la distanza sembra essere uno strumento per non ammalarsi – sottolinea il direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, il sacerdote Giorgio Occhipinti – nasce un’iniziativa che vuole simbolicamente avvicinare ed unire chiunque si trovi in una condizione di sofferenza fisica o psicologica, tessendo letteralmente una rete che simboleggia il contatto umano e dà forza. Dalle stanze di degenza dell’hospice dell’ospedale Maria Paternò Arezzo, partirà un filo di lana che sarà intrecciato da chiunque sappia lavorarlo, colorarlo e renderlo testimone di un messaggio di speranza per il futuro. Gli intrecci di questa trama, che si concretizzeranno in vere e proprie opere d’arte, saranno raccolti ed uniti da mani esperte e saranno esposti nei luoghi di cura e nelle parrocchie, per simboleggiare il prendersi cura di chi soffre.
Prendersi cura dell’altro fa parte della missione di ciascun essere umano e richiede una scelta che è antropologica. Ed è in questo orizzonte di servizio alla vita e alla dignità della persona, soprattutto quando è malata ed indebolita, che si misura la qualità sia di un essere umano che della società».