Verona – Marito e moglie sono morti di Covid a mezz’ora di distanza dopo 70 anni insieme. I due anziani coniugi, Irma e Annibale, 86 3 93 anni, sono spirati all’ospedale di Villafranca (Verona) praticamente negli stessi momenti, meno di mezz’ora di distanza l’una dall’altro. Prima se n’è andata lei, Irma Giglioli, poco dopo il suo compagno di tutta la vita, Annibale Meneghelli. Impossibile sapere quando, e se, hanno potuto salutarsi l’ultima volta. Erano ricoverati all’ospedale Magallini da 16 giorni. L’ambulanza era andata a prenderli il 12 gennaio scorso nella loro casa nella frazione di Bagnolo a Nogarole Rocca (Verona). Irma soffriva già di una pesante patologia, ma non aveva mai smesso di stare accanto e sostenere il marito, più anziano.
Data l’età molto avanzata, non hanno però reagito alle cure dei medici e nei giorni scorsi le loro condizioni sono peggiorate irrimediabilmente. La notte tra il 27 e 28 gennaio marito e moglie si sono spenti. Le parole del figlio:“Papà avrebbe voluto che la loro storia finisse così, non avrebbe voluto vivere senza la mamma” ha raccontato al quotidiano L’Arena uno dei due figli, Roberto. I due non erano vaccinati contro il Coronavirus: l’uomo avesse sofferto di brutte complicazioni dopo un vaccino antinfluenzale e questo l’avrebbe scoraggiato a sottoporsi a una nuova immunizzazione. I figli hanno raccontato che i genitori si erano sposati nel novembre del 1957, dopo cinque anni di fidanzamento. Annibale aveva iniziato a lavorare come agricoltore, poi in una officina meccanica. Irma faceva la sarta. Nei primi anni ’70 avevano aperto invece assieme un piccolo supermercato, divenuto l’attività di famiglia.
Come Irma e Annibale, i 2 coniugi finiti in rianimazione
Non è il primo caso di una coppia che si trova a condividere anche in ospedale la battaglia contro il Covid. E’ capitato che marito e moglie finissero assieme anche in terapia intensiva. Nell’ottobre scorso a Padova due coniugi 50enni non vaccinati erano finiti entrambi in rianimazione, poco dopo il ricovero all’ospedale cittadino. Originari dei Balcani, entrambi no-vax, erano stati sistemati in una box Covid, una stanza doppia con due letti vicini, perché si aiutassero l’uno con l’altra a lottare contro la malattia. L’età ancora abbastanza giovane aveva consentito a entrambi di cavarsela, per merito delle cure e della continua assistenza di medici e infermieri.