Diffuso l’annuale report di Legambiente sulla qualità dell’aria, in cui sono stati interpretati ed analizzati i dati del 2021 appena concluso di 238 centraline per il monitoraggio dell’aria di 102 città capoluogo di provincia compresa Ragusa. La nostra città se già oggi è in regola con i nuovi limiti per l’NO2 ( biossido di azoto), dovrebbe invece ridurre nei prossimi anni del 35% le polveri sottili PM10 e addirittura del 67% le PM 2,5, la parte più fina delle polveri sottili e quella che desta maggiori preoccupazioni dal punto di vista della salute. Ciò smentisce l’opinione comune che l’aria a Ragusa è di buona qualità . Nel 2021 per le PM 2,5 Ragusa ha i livelli più alti in Sicilia ( 15 µg/mc ), è al quarto posto al centro-sud dopo Avellino, Napoli, Terni e Frosinone e al ventesimo in Italia, con valori più alti di Lecco, Forlì e Udine e uguali a Parma, Ravenna, Rimini, Trento e Bologna.
Un risultato che non giunge inaspettato considerato che circolano 74 auto ogni 100 abitanti ( decimo posto in Italia per tasso di motorizzazione auto ) e il trasporto pubblico locale è praticamente inesistente ( ultimo posto in Italia per percorrenza di trasporto pubblico). Nel report di Legambiente si indicano anche lcune soluzioni se si vuole porre rimedio ad una situazione che comincia a diventare preoccupante a livello sanitario. Pertanto occorrerà intervenire con urgenza a ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d’uomo con quartieri car free, strade a 30 km all’ora, strade scolastiche, incentivazione della ciclopedonalità, micromobilità elettrica, ridisegno delle strade obbligando la moderazione della velocità; aumentare in modo consistente la dotazione del trasporto pubblico, esclusivamente elettrico; velocizzare la messa in esercizio della metropolitana di superficie; incentivare la mobilità elettrica condivisa (micro, bici, auto), anche nelle periferie, con corsie ciclabili pensate come una rete che si integra nel sistema urbano di mobilità sostenibile e non solo ai fini ludici come quella di Marina di Ragusa; predisporre programmi di incentivazione alla mobilità attiva (bike to work, bike to school); riconvertire gli impianti di riscaldamento a biomasse e a gasolio.
Nella premessa generale al report, Legambiente aveva spiegato “nonostante negli ultimi dieci anni si sia registrato un netto miglioramento della qualità dell’aria in Europa, compresa l’Italia, nelle ultime valutazioni annuali effettuate dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) è emerso come l’esposizione al particolato fine, soprattutto PM 2,5, causi circa 400mila morti premature all’anno nei 41 Paesi europei. A questo proposito, è importante sottolineare che non esiste una soglia minima per gli effetti negativi sulla salute dell’esposizione alle polveri sottili: diminuire le concentrazioni è un beneficio per la salute indipendentemente dai valori di concentrazioni da cui si parte”. (da.di.)