Roma – Covid, stop mascherine all’aperto: obbligatorie al chiuso e in caso di assembramento. Lo prevede l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza. Fino al 31 marzo 2022, si legge, “è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private” e ” nei luoghi all’aperto è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sé i dispositivi di protezione delle vie respiratorie e di indossarli laddove si configurino assembramenti o affollamenti”. L’ordinanza precisa che non hanno l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie: i bambini di età inferiore ai sei anni; le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con un disabile in modo da non poter fare uso del dispositivo; i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva.
Sono fatti salvi, in ogni caso, i protocolli e le linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché le linee guida per il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici o aperti al pubblico. Si precisa inoltre che “l’uso del dispositivo di protezione delle vie respiratorie integra e non sostituisce le altre misure di protezione dal contagio”. L’ordinanza produce effetti a partire dall’11 febbraio 2022 e fino al 31 marzo 2022. Le disposizioni si applicano anche alle regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano. Sono 101.864 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 41.247. Le vittime sono invece 415, mentre ieri erano state 326. Sono 999.095 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati giornalieri del ministero della Salute. Ieri erano stati 393.663. Il tasso di positività è al 10,2%, stabile rispetto a ieri (quando era al 10,5%). Sono invece 1.376 i pazienti in terapia intensiva, 47 in meno di ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 99. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 18.337, ovvero 338 in meno rispetto a ieri.
Nei reparti ordinari la percentuale dei posti letto occupati da pazienti con Covid-19 risale al 29% a livello nazionale (+1%) e, in 24 ore, aumenta anche in 8 regioni e province autonome: Calabria (al 35%), Friuli Venezia Giulia (38%), Lazio (33%), Liguria (38%), Molise (con +3% arriva a 26%), PA Bolzano (28%), PA Trento (30%), Piemonte (29%). Lo indicano i dati Agenas del 7 febbraio. La percentuale cala in Abruzzo (37%), Lombardia (24%), Valle d’Aosta (30%). Stabile, invece, in Basilicata (26%), Campania (30%), Emilia Romagna (27%), Marche (32%),Puglia (26%), Sardegna (23%), Sicilia (37%), Toscana (26%), Umbria (33%), Veneto (23%). Resta al 15% la percentuale di terapie intensive occupate da pazienti con Covid-19. In 24 ore, però, cala in 8 regioni: Calabria (al 12%), Friuli Venezia Giulia (23%), Lombardia (11%), Marche (20%), PA Bolzano (11%), PA Trento (con -3% scende al 23%), Piemonte (15%) e Sardegna (15%). Cresce, invece, in Basilicata (5%), Toscana (18%), Umbria (10%). Questi i dati del monitoraggio quotidiano Agenas, aggiornato al 7 febbraio. Il valore è stabile in Abruzzo (19%), Campania (10%), Emilia Romagna (16%), Lazio (21%), Liguria (15%), Molise (8%), Puglia (14%), Sicilia (15%), Val d’Aosta (9%),Veneto (14%).