Ragusa – A dicembre, dopo l’andamento negativo di novembre, tornano a “sorridere”, in provincia di Ragusa, le vendite al dettaglio che sono cresciute dello 0,10% su base mensile e del 9,8% a livello annuo. Per la grande distribuzione, aumentano le vendite degli esercizi specializzati e quelle degli esercizi non specializzati a prevalenza non alimentare. Per quanto riguarda il dato mensile, sono in crescita sia le vendite dei beni alimentari (+1,8% in valore e +1,3% in volume) sia, in misura più contenuta, quelle dei beni non alimentari (+0,4% in valore e +0,3% in volume). E’ quanto rileva nell’ultima indagine sulle vendite al dettaglio, i cui risultati a livello territoriale sono stati ottenuti proprio nelle ultime ore, Confcommercio provinciale Ragusa. Nell’ultimo trimestre del 2021, quindi, su base mensile le vendite al dettaglio aumentano dell’1,1% in valore e dello 0,8% in volume, ricalcando la media nazionale. Crescono, nell’area iblea, le vendite dei beni non alimentari (+1,5% in valore e in volume), mentre quelle dei beni alimentari aumentano in valore e registrano un lieve calo in volume (rispettivamente +0,7% e -0,1%).
Tra i beni non alimentari, si registra una crescita tendenziale per quasi tutti i gruppi di prodotti, ad eccezione di elettrodomestici, radio, tv e registratori (-0,1%). Gli aumenti maggiori riguardano mobili, articoli tessili, arredamento (+25,7%), abbigliamento e pellicceria (+23,8%) e prodotti farmaceutici (+22,5%). Rispetto a dicembre 2020, il valore delle vendite al dettaglio cresce per la grande distribuzione (+5,9%), le imprese operanti su piccole superfici (+15,6%) e le vendite al di fuori dei negozi (+12,9%) mentre il commercio elettronico è in calo (-4 %). “Si chiude bene, meglio del previsto – commenta il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – l’anno 2021. Il recupero delle vendite al dettaglio è stato certo favorito, nel confronto annuo, dalle migliori condizioni di operatività delle imprese nello scorso mese di dicembre rispetto al dicembre 2020. Se ne ha prova tanto dalla lettura dei tassi di crescita registrati nei settori legati alle festività di fine anno, come abbigliamento, calzature e profumeria, quanto dalla variazione positiva delle vendite dei piccoli negozi, che riconquistano qualche frazione di fatturato a scapito del commercio elettronico. I risultati ottenuti nel 2021 non comportano, comunque, l’uscita definitiva dalla crisi, in considerazione sia delle incertezze sull’evoluzione della pandemia sia, soprattutto, degli effetti che potrebbe avere la ripresa dell’inflazione sulle decisioni di acquisto delle famiglie nei prossimi mesi”.