Ragusa – Sempre più ci sorge spontanea la riflessione su come abbia fatto, l’amministrazione in carica a Ragusa, quella del sindaco Peppe Cassì, autodefinitasi ‘dei migliori’, a riuscire ad essere obiettivo delle critiche delle opposizioni diciamo così di centrosinstra, o progressiste se si preferisce, ed al contempo anche di quelle della destra dichiarata, come Fratelli d’Italia, fino allo scorso anno parte della maggioranza, anzi unica forza partitica ad esserlo tra le varie liste civiche, o come l’associazione politico-culturale Ragusa in movimento e del suo presidente Mario Chiavola, anch’essa inizialmente in corsa elettorale a fianco di Cassì. Evidentemente qualcosa non riesce a convincere, oltre naturalmente agli oppositori, anche gli alleati o ex alleati. E veniamo ad oggi. Fratelli d’italia, per bocca del Coordinatore cittadino, Alessandro Sittinieri e di Luca Poidomani, del Dipartimento Centri storici del partito, contesta la scelta dell’amministrazione “di affidare i locali del Centro polifunzionale di Carmine Putie al Tribunale di Ragusa destinandoli a sedi degli uffici giudiziari, per consentire una funzionale allocazione del personale, scelta che segna il fallimento definitivo del progetto iniziale con il quale è nato il Centro polifunzionale che doveva essere destinato ad attività commerciali e artigianali, dimostrando che l’attuale governo cittadino non ha un progetto organico e ragionato per la riqualificazione del centro storico”.
Alessandro Sittinieri chiosa “l’Amministrazione Cassì sembra procedere a casaccio sulla gestione del centro storico, tant’è che un giorno viene presentata l’idea progettuale di via Roma (riscuotendo trasversalmente scarsissimo consenso) nel tentativo di rianimarla dallo stato comatoso che ormai l’avvolge da lustri, quello dopo si decide di rinunciare per cinque anni ai locali di Carmine Putie, ieri sono iniziati i lavori di recupero dell’ex biblioteca civica di via Matteotti. Tutto ciò fa sospettare che nessuno sappia quale sia l’idea complessiva dell’Amministrazione sul futuro del centro storico di Ragusa, forse ignota perfino allo stesso sindaco Cassì. Un dato è certo: quei locali erano sorti per essere destinati allo svolgimento di attività commerciali e artigianali che avrebbero consentito da un lato la creazione di posti di lavoro e di sviluppo economico, dall’altro la rinascita e la crescita di un’importante zona del centro storico di Ragusa superiore, senza considerare il tornaconto economico per il Comune in termini di canoni di locazione e di imposte. La firma del contratto tra Comune e Ministero della Giustizia rischia di condannare definitivamente all’oblio il progetto del Centro polifunzionale così come era stato concepito”.
Da parte sua Luca Poidomani, del dipartimento centri storici, avanza un’altra ipotesi “come mai il Comune di Ragusa, a fronte dei numerosi bandi fissati per la locazione di detti immobili e andati sistematicamente deserti non ha mai pensato di concederli in comodato gratuito ai privati per attività commerciali di artigianato tipico e artistico o per la somministrazione di alimenti e bevande o, ancora, per lo svolgimento di attività di promozione turistica e culturale? Perché, se tale struttura era sorta con delle specifiche caratteristiche e con una particolare destinazione d’uso, oggi si decide di stravolgerne le finalità affidandola al Tribunale? Questa scelta segna evidentemente il fallimento anche dell’altro grande progetto di questa Amministrazione, oggetto anche del programma elettorale, e cioè quello dell’acquisizione di Palazzo Tumino per destinarlo a cittadella giudiziaria. Progetto che all’evidenza è definitivamente sfumato, se si pensa di risolvere il problema delle strutture giudiziarie con l’uso dei locali di Carmine Putie”. Infine Alessandro Sittinieri e Luca Poidomani concludono “rimaniamo in attesa che l’Amministrazione sia in grado di presentare alla città un progetto complessivo capace di occuparsi di tutto il centro storico di Ragusa, dalla Rotonda Maria Occhipinti alla Stazione, dalla fine di via Mario Leggio allo Scalo Merci, rendendo i due Centri Storici di Ragusa e Ibla fruibili allo stesso modo”. (da.di.)