Ragusa – Ha avuto luogo sabato scorso, a Ragusa, presso il centro culturale di via Matteotti, il convegno “Libere – La comunità contro il femminicidio” che ha visto parte attiva nell’organizzazione il consigliere comunale 5 stelle Sergio Firrincieli e promosso in collaborazione tra il Comune, la Casa delle donne di Ragusa, l’associazione italiana maestri cattolici, l’associazione Prometeo onlus e il centro antiviolenza “Work in progress”. Il tema cui era dedicato il convegno è stato affrontato grazie al supporto delle relazioni di Rita Palidda, docente di Sociologia all’Università di Catania, che si è soffermata sul tema “Parità, libertà e violenza sulle donne: un groviglio da sciogliere” e di Emanuela Tumino, presidente dell’Ordine degli avvocati del Tribunale di Ragusa, che ha fatto un excursus partendo dalla convenzione di Istanbul sino al codice rosso. A concludere i lavori la senatrice Cinzia Leone, vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta su femminicidio nonché su ogni forma di violenza.
La quale ha ricordato “è importante dare luogo ad eventi come questo, far entrare nel dibattito pubblico certi argomenti. È altresì doveroso che le istituzioni rendano conto del lavoro che svolgono. A dieci anni dalla stipula della convenzione di Istanbul, in Italia le cose sono cambiate in meglio ma ancora molto c’è da fare. Questa è la nostra road map e abbiamo considerato la questione nella sua complessità: orfani di femminicidio, modalità di erogazione di fondi, colli di bottiglia nella macchina giudiziaria, le donne vittime di violenza istituzionale, attenzione agli uomini maltrattanti, che non sono persone malate ma sono persone maleducate e per questo lo Stato ha il dovere di rieducarle”. Poi la senatrice Leone si è detta favorevolmente impressionata dal numero di associazioni che tutelano le donne operanti sul territorio di Ragusa e non solo e dal fatto che in questa realtà è già attivo lo sportello per gli uomini maltrattanti. E’ stato, altresì, evidenziato che non bisogna confondere gli omicidi di donne dal femminicidio che presuppone il fatto che l’esecutore dell’esecrabile gesto voglia detenere il controllo sulla partner. Sono cinque i femminicidi, sul territorio nazionale, dall’inizio dell’anno a oggi. Evidenziata, poi, la fondamentale necessità di avviare un’opera di prevenzione ed educazione coinvolgendo, in particolare, le fasce giovanili. Basta con la violenza, la sopraffazione, l’odio di un genere verso l’altro genere.
Da parte sua Sergio Firrincieli ha voluto concludere “abbiamo colpito nel segno perché era fondamentale stimolare un dibattito sul delicato argomento. Ringrazio Lisa Judice e Ivana Blundo e attraverso loro ringrazio tutti i volontari e le associazioni che quotidianamente si spendono nell’aiutare tante donne anche ad uscire dal silenzio e a denunciare. Altresì ringrazio tutti i rappresentanti istituzionali e della Chiesa che hanno partecipato ai lavori di questo appuntamento”. (da.di.)