Ragusa – Il sindaco Peppe Cassì, nella qualità di presidente Srr, illustra i progetti, due dei quali interessano il territorio di Ragusa, che la stessa società sta presentando nell’ambito del Pnrr. “Come ha sottolineato il circolo “Il Carrubo” di Legambiente – spiega il primo cittadino – in 3 anni la provincia di Ragusa ha visto raddoppiare la propria raccolta differenziata (dal 33,49% al 68,15%) e più che dimezzare il rifiuto urbano residuo da smaltire (da 94.500 tonnellate a 43.000 tonnellate). Un processo virtuoso che ha per protagonisti tutti i 12 Comuni della provincia che fruiscono dei servizi della società d’ambito di regolazione dei rifiuti (S.R.R. Ato 7 Ragusa), responsabile degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti di Cava dei Modicani: l’impianto di Trattamento meccanico biologico (TMB), dove viene trattato tutto il rifiuto indifferenziato della provincia, e l’impianto di compostaggio dove viene conferito e trattato oltre la metà del rifiuto organico dei 12 comuni, in attesa della apertura dell’impianto di compostaggio di Pozzo Bollente a Vittoria.
Il rifiuto differenziato alla fonte dai cittadini (vetro, plastica, carta) viene invece trasportato in specifiche piattaforme ed avviato a riciclo. l’obiettivo della riduzione sotto la soglia del 10% del rifiuto da smaltire in discarica potrà essere raggiunto nel ragusano ben prima del termine del 2035 fissato dall’Europa. Tramite la Srr, inoltre, si è ottenuto il finanziamento regionale per realizzare centri comunali di raccolta (CCR) nei comuni di Chiaramonte, Giarratana, Monterosso, Santa Croce, Scicli, ormai ultimati, oltre che Pozzallo e Acate in corso di finanziamento.
Tre i progetti che saranno presentati dalla Srr, in aggiunta a quelli dei singoli comuni utili ad ottimizzare i rispettivi sistemi di raccolta.
Il primo riguarda la realizzazione di un biodigestore anaerobico a servizio dell’impianto di compostaggio di Cava dei Modicani del valore di circa 23 milioni di euro, e servirà per trasformare il rifiuto organico in energia da utilizzare per alimentare gli impianti, e da immettere nella rete cittadina consentendo un consistente risparmio.
Un secondo del valore di circa 4 milioni di euro per la copertura e le attrezzature dell’impianto di compostaggio di Pozzo Bollente, necessari perché la struttura possa operare a pieno regime.
Un terzo progetto, infine, del valore di oltre 20 milioni, prevede la realizzazione di un centro di recupero e trattamento delle plastiche, in particolare quelle usate in agricoltura, da realizzare a Ragusa, in zona industriale.
L’obiettivo della piena autosufficienza d’ambito nella nostra provincia non è dunque un miraggio (manca solo un sito di abbancamento degli scarti dei vari impianti), e l’auspicio è che tutta la Sicilia si muova nella stessa direzione, così da rendere superflui gli inceneritori che si sarebbero dovuti realizzare decenni addietro, come accaduto in molte regioni italiane ed europee. Oggi la via indicata dall’Europa è quella dell’incentivazione delle pratiche utili a differenziare, riciclare ove possibile, e trasformare il resto in energia. Per un futuro verde, sostenibile e all’avanguardia, evitando che la Sicilia continui a rincorrere.”