Ragusa – Ha fatto bene, anzi benissimo Danilo Amione, critico e storico cinematografico, a sottolineare che, non fosse stato per la Compagnia teatrale Godot, a Ragusa il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini sarebbe passato totalmente sotto silenzio. Lo ha fatto nel corso dell’omaggio alla figura indimenticabile di PPP messo in scena dalla benemerita compagnia ragusana. Un omaggio che ha voluto spaziare per le varie sfere di interesse in cui il genio dell’intellettuale Pasolini volle compiere le sue incursioni “corsare”, dalla poesia al romanzo, dalla saggistica al giornalismo, dal teatro al cinema, sempre spiazzante, provocatorio, mai omologato al detestato e detestabile ‘buon senso’ dell’odiata borghesia cui contrappone l’autenticità, a volte addirittura animalesca, del sottoproletariato suburbano, soprattutto romano, ormai in via di estinzione.
Sempre guidato da un lucidissimo antisentimentalismo che trova il contraltare nell’amore profondo e sincero per sua madre Susanna, cui non a caso affida il personaggio della Maria madre di Gesù nel film Il Vangelo secondo Matteo. Nel corso della serata, presso la Maison Godot, si sono alternati Federica Bisegna e Vittorio Bonaccorso e i loro giovani allievi in un susseguirsi di poesie brani di romanzi ed articoli giornalistici e saggi e opere teatrali. Molto particolare e felice poi l’intervento del citato Danilo Amione che, sullo scorrere delle immagini di alcuni significativi spezzoni filmici delle maggiori opere cinematografiche pasoliniane, ha tracciato e commentato quello che ha ben definito il percorso cristologico di Pasolini. Il senso della serata che Godot ha voluto correre il rischio di portare all’attenzione del suo attento e partecipe pubblico, riuscendosi peraltro alla perfezione, era stato già anticipato da Federica Bisegna e Vittorio Bonaccorso nel manifestino sull’Omaggio a Pasolini fornito agli spettatori.
“Alcune cose si vivono soltanto, o se si dicono, si dicono in poesia.”
(P. P. Pasolini)
Pasolini è stata, ed è, una di quelle figure che imprimono al periodo in cui vivono ed operano – ma anche oltre – quasi un marchio, tanto che i loro cognomi si prestano al conio di nuovi aggettivi i quali definiscono una peculiarità, un genere, uno stile, un modo di vedere il mondo e di vivere l’arte. Quando si definisce una cosa “pasoliniana”, però, si entra in un universo a stringhe, ovvero si comincia a ragionare su una “teoria del tutto” in grado di spiegare e riunire in un unico quadro fenomeni artistici complessi, quali la critica, il giornalismo, la letteratura, il teatro e il cinema, sublimandoli nella più alta fonte d’ispirazione: la poesia (l’arte di tutte le arti).
La sua capacità di prevedere l’evoluzione della società (ricordiamo le lucide interviste, i documentari, i reportage dall’India o dall’Egitto, i suoi interventi sui fatti politici e sociali dell’epoca), lo stile dissacrante e la sua forza di non farsi ingabbiare in etichette politiche di qualsivoglia origine, fanno di lui uno degli intellettuali più lungimiranti e prolifici del secolo scorso. Anche il suo tragico martirio sembra rientrare in un percorso di “passione” – nel senso più laico del termine – dove l’arte e la vita si fondono in un’unica straordinaria ultima “sceneggiatura”. Quest’anno avrebbe compiuto 100 anni (chissà cosa avrebbe pensato, detto, scritto se fosse vissuto fino ad oggi?).
Il nostro vuole essere solo un modesto omaggio, durante il quale proporremo alcune tra le sue più toccanti Poesie, brani dai suoi numerosi scritti ed alcuni stralci dai suoi film più famosi. Per la parte cinematografica ci avvaliamo dell’occhio esperto e della consulenza del Critico e Studioso del Cinema Prof. Danilo Amione che interverrà con la sua consueta perizia per approfondire e riscoprire questa figura gigantesca del nostro panorama culturale”. (daniele distefano)