Ragusa – La presidenza territoriale della Cna di Ragusa ha tenuto un’importante riunione allargata alla direzione operativa al fine di affrontare alcuni argomenti fra i più scottanti del momento per le piccole e medie imprese dell’area provinciale. A cominciare dalla gravissima crisi ucraina che impatta in maniera forte, oltre che sull’Europa nella sua interezza, anche sul mondo delle imprese, il cui futuro, dopo due anni di pandemia, è messo a serio rischio da un orizzonte che si annuncia, per ora, pieno di incognite.
Tra l’altro, tutte le aziende fanno i conti con il caro bollette e con il caro carburante che si è tramutato in un costo aziendale divenuto, per molti, insostenibile. Una situazione complessa, dunque, che mette in ginocchio molti degli operatori economici che speravano, in questo 2022, di poter dedicare buona parte delle proprie attenzioni a un’azione di recupero dei precedenti fatturati. Circostanza che, molto verosimilmente, non si verificherà. La presidenza, poi, alla luce delle ultime novità, si è confrontata sulla questione Camera di Commercio. E’ stato rilevato che la Cna, dopo avere partecipato all’incontro di venerdì scorso promosso dalla Consulta delle associazioni di cui la stessa Cna fa parte, ha esternato la propria posizione che è quella di richiedere alla Regione, in modo netto e con il coinvolgimento di tutto il territorio, di istituire una quinta Camera di Commercio in Sicilia, così da consentire un’aggregazione più omogenea sul piano territoriale rispetto al progetto di Supercamera, quella che da Siracusa procede sino a Trapani, soluzione pasticciata e che non trova riscontro rispetto alle reali esigenze delle piccole e medie imprese ricadenti in queste aree.
All’incontro di venerdì scorso erano tra l’altro presenti quasi tutte le rappresentanze delle associazioni di categoria del territorio, anche quelle che non fanno parte della Consulta, i sindacati dei lavoratori, i sindaci e i parlamentari nazionali e regionali dell’area iblea e non solo.
E’ importante evidenziare che si è trovata una larghissima convergenza attorno a questa proposta. La Regione è stata sollecitata ad essere consequenziale, considerato, tra l’altro, che la stessa Regione aveva già previsto nella delibera dello scorso mese di dicembre proprio l’istituzione della quinta Camera. Che fine ha fatto questo percorso annunciato? La Cna prende atto che, nel frattempo, ribaltando la decisione del Tar di qualche giorno prima, sabato è arrivato il decreto del Cga che ha sospeso la nomina dei commissari. Discutibile di fatto il metodo adottato dal Mise di nominare prima i commissari senza istituire formalmente le nuove Camcom e sopprimendo invece organi democraticamente eletti, secondo quanto citato dal decreto stesso del Cga. Organismi che ora diventano di nuovo operativi, dal presidente, alla Giunta, al Consiglio camerale.
Una fase di grande incertezza gestionale per gli enti camerali che, purtuttavia, ci aiuta a capire che questi processi di natura squisitamente giuridica si sarebbero potuti evitare solo se le associazioni di categoria del territorio, nell’interesse delle imprese, fossero state ascoltate. Questo decreto non toglie comunque la possibilità di chiedere una modifica alla legge nazionale che fissa, finora solo sulla carta, il tetto delle 60 Camere a livello nazionale e di reclamare la quinta Camera in Sicilia per le province di Ragusa e Siracusa. La posizione del Consiglio di giustizia amministrativa non blocca la legge di riordino delle Camere di Commercio, semmai colpisce il metodo utilizzato dal Mise. Occorre tenere conto che già di fatto, nell’isola, non tutte le Camcom hanno finora proceduto a fare degli accorpamenti. Il territorio ha subito l’accorpamento degli anni scorsi tra Ragusa, Catania e Siracusa così come avrebbe subito quello della Supercamera alla luce del decreto del Mise, una Camera di commercio eccessivamente estesa e sicuramente non omogenea. In pratica, si apre una ulteriore fase nuova, ancora differente rispetto all’incontro di venerdì scorso e che ridisegna nuovi scenari.
La Cna vuole essere ora protagonista di scelte oculate e non subire più decisioni prese da altri. C’è la volontà di determinare assieme alle associazioni di categoria, ai sindaci e ai parlamentari dell’area iblea le prospettive nuove per una Camera di commercio riponendo le imprese al centro del dibattito; altrimenti tutta la materia rimarrà di carattere dottrinario e normativo e segnerà una netta distanza con le aziende. Non può essere permesso a nessuno di assumere scelte per le imprese senza una condivisione con gli attori del territorio, le associazioni di categoria che rappresentano centinaia e centinaia di imprese e in particolare la Cna territoriale di Ragusa con circa tremila aziende associate. Si resta dunque in attesa di verificare che cosa accadrà nelle prossime settimane, a partire dal 6 aprile, come previsto dal Cga, su questa delicata questione.