Lunedì 4 aprile 2022, a quarant’anni dalla storica marcia unitaria di Comiso contro l’installazione dei missili nucleari Cruise nel territorio della Nato e per la contestuale smobilitazione degli SS20 del Patto di Varsavia, il popolo della pace torna a mobilitarsi contro la sciagura della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina.
Il significato dell’appuntamento attuale ed il suo collegamento ideale alla giornata che quarant’anni fa vide la presenza sul palco dell’allora segretario siciliano del Partito Comunista Italiano, Pio La Torre, che pochi giorni dopo, 26 per l’esattezza, sarebbe caduto sotto i colpi della mafia, il significato, dicevamo, lo sintetizza il segretario generale della Cgil di Ragusa, Peppe Scifo “il 4 aprile ritorniamo a Comiso come 40 anni fa per dire no alle guerre, riproponendo la necessità di rimettere in marcia un movimento ampio, come allora, per promuovere la Pace.
La ricorrenza dei 40 anni della grande marcia per la Pace a Comiso guidata da Pio La Torre , ricade in un momento particolarmente critico per l’Europa e il mondo intero per la minaccia di una espansione del conflitto su larga scala, che si aggiunge alle tante guerre già sparse per il mondo.
È importante rivendicare la Pace in parallelo alla rivendicazione della necessità di un disarmo globale partendo dalla nette contrarietà alla decisione del Governo italiani di aumentare vertiginosamente le spese militari. È ora di cambiare rotta per intraprendere una nuova via, “in direzione ostinata e contraria” che metta al centro l’umanità”. E appunto la parola d’ordine “in direzione ostinata e contraria” è quella che campeggia sui manifesti con cui si chiamano a raccolta tanti sindaci e politici di vari partiti, laici e religiosi, rappresentanti di sindacati, movimenti studenteschi, pacifisti e della società civile. Ed è questo un mondo variegato e che non risponde a schemi o a confini o a paletti che ha risposto all’appello, se è vero come è vero che le adesione (almeno 70 secondo le ultime stime) sono lievitate in maniera incredibile, Comuni isolani con in testa Palermo (Vittoria, Scicli, Pozzallo e Comiso quelli della provincia iblea che hanno aderito), associazioni di categoria, del volontariato, consulte sociali, provenienti da ogni angolo della Sicilia. Pullman organizzati agli istituti superiori della provincia, vedranno gli studenti raggiungere Comiso nel primo pomeriggio.
E’ ancora Peppe Scifo a commentare “tante le adesioni da parte di associazioni, gruppi e scuole. Un segnale importante, in questo momento tragico e difficile per lo scoppio di una guerra in Europa che si aggiunge alle altre sparse nel mondo. Dopo 40 anni l’intento è quello di ricostruire il movimento per la pace partendo dalla riscoperta di un termine che allora era patrimonio della totalità del movimento: disarmo”. Poi dal segretario generale della Cgil di Ragusa un monito “oggi la questione del disarmo deve tornare ad essere centrale nella prospettiva di un futuro di pace. È importante ritornare al senso delle parole: pace e disarmo sono elementi inscindibili. Chi oggi pensa di scendere in piazza per la Pace e votare l’aumento delle spese militari in Parlamento è in forte contraddizione”.
Intanto anche il Circolo di Ragusa del Partito Democratico ha aderito alla manifestazione pacifista Lo ha annunciato nei giorni scorsi il segretario cittadino Giuseppe Calabrese con questa dichiarazione “la Pace come diritto deve essere l’obiettivo comune e trasversale e ogni occasione deve essere utile a ribadire il principio espresso all’articolo 28 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, dove è chiarito che ‘ogni individuo ha diritto a un ordine sociale e interazione nel quale i diritti e le libertà possono essere pienamente realizzati’.
Ordine sociale duramente a rischio a causa di ‘un’operazione militare speciale’ in Ucraina che ha tutti i crismi della guerra con i crimini che, in nome di essa, si commettono. Il Partito Democratico di Ragusa, così, aderisce alla manifestazione del 4 aprile, alla quale c’è un’ampissima adesione”.
(da.di.)