Ragusa – Una bellissima croce con rose e perle. Un regalo che gli operatori sanitari, su input dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, hanno voluto confezionare per il vescovo Giuseppe La Placa in occasione della Pasqua.
“Cristo – ha commentato il direttore dell’ufficio diocesano, il sacerdote Giorgio Occhipinti – ci ha donato la vita eterna con la morte in croce e la Resurrezione. Il legno della condanna diventa paradossalmente l’albero della vita. Così come i fiori a simboleggiare il rifiorire, la rinascita, mentre le piccole perle sono come piccole luci che si accendono per garantire la speranza in questi tempi così bui”. Dopo la liturgia penitenziale all’ospedale Giovanni Paolo II in occasione dei riti della Settimana santa, all’hospice dell’ospedale Maria Paternò Arezzo riflettori puntati sui simboli e le tradizioni pasquali raccontati con “Il filo della cura”.
Anche in questa occasione, la responsabile dell’hospice, Antonella Battaglia, con il supporto del cappellano ospedaliero, il sacerdote Salvatore Giaquinta, e del segretario dell’ufficio diocesano, Stefania Antoci, oltre che con l’ausilio di tutto il personale sanitario del reparto, ha avuto modo di mettere in rilievo il lavoro concretizzato dai degenti attraverso le uova ricoperte dalla lana che rimanda ai colori tipici di questo periodo pasquale.
“L’uovo – ha continuato don Occhipinti – è il simbolo più bello della Pasqua, da cui inizia tutto, come se fosse il sepolcro che si spacca e da cui scaturisce fuori la vita eterna. Sono i segnali più speciali per tutti noi e per i cari malati affinché questa Pasqua possa essere resa per tutti più colorata. Ringrazio la costante e diuturna attività degli operatori sanitari che, rimanendo sempre accanto a chi soffre, forniscono un aiuto di grande consistenza.
Per quanto ci riguarda, noi siamo presenti negli ospedali per cercare di agevolare, il più possibile, un percorso di umanizzazione delle cure”.
Domani, intanto, alle 17 ci sarà la messa “in coena domini” al piano terra della torre B dell’ospedale Giovanni Paolo II e, sempre allo stesso orario, all’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa.