La Luna e il mistero delle due facce diverse. Anche se non la vediamo mai dalla Terra, la faccia nascosta della Luna (attenzione: non “oscura”, come taluni pensano, perché anch’essa riceve la luce del Sole!) sappiamo come è fatta grazie alle numerose sonde che l’hanno sorvolata e fotografata in dettaglio. E sappiamo che è priva di quei “mari” (enormi distese di rocce vulcaniche) che caratterizzano la faccia a noi visibile, mentre è fortemente butterata da un gran numero di crateri di ogni dimensione.
Da quando abbiamo avuto queste immagini i geologi e i planetologi si sono sempre chiesti perché le due facce della Luna siano così differenti. La differenza poi, non è solo morfologica (ossia più o meno crateri), ma anche di composizione. In prossimità della faccia a noi rivolta, per esempio, c’è un’anomala concentrazione di elementi ricchi in potassio, terre rare e fosforo.Alla legittima domanda su quale sia stata la possibile causa di queste differenze, sono state date finora diverse risposte. A queste ora se ne aggiunge una nuova, proposta da una ricerca pubblicata su ScienceAdvances.
La Luna e lo studio sulle due facce
Secondo lo studio, realizzato dalla Brown University, dalla Purdue University, dal Lunar and Planetary Science Laboratory in Arizona, dalla Stanford University e dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa, le profonde dissomiglianze tra le due “facce” della Luna sarebbero da imputare ad un colossale impatto che interessò il Polo Sud del satellite circa quattro miliardi di anni fa. Lo scontro diede vita al gigantesco “bacino Polo Sud–Aitken”, che si trova spostato sul lato nascosto della Luna.
COME NACQUERO I “MARI”. Spiega Matt Jones, della Brown University e principale autore della ricerca: «È noto che grandi impatti come quello che ha formato il grande cratere al Polo Sud della Luna originano molto calore. La domanda che ci siamo sempre posti è come quel calore abbia influenzato le dinamiche all’interno della Luna. Le nostre simulazioni», prosegue Jones, «dicono che l’impatto al Polo Sud portò gli elementi che producono calore (gli elementi radioattivi) in prossimità del lato vicino a noi. È come se avessero cavalcato l’onda di calore che si formò, andando a concentrarsi in aree particolari della Luna. Gli elementi radioattivi, poi, con il calore da loro sprigionato, contribuirono alla fusione parziale del mantello che ha dato origine alle eruzioni vulcaniche». Furono queste a produrre i grandi “mari” che oggi caratterizzano solo una delle due facce del satellite.
Quanto successo spiegherebbe anche – secondo i ricercatori – perché vi sia un’elevata concentrazione di potassio, terre rare e fosforo sempre in prossimità del lato a noi rivolto: ciò sarebbe da imputare al fatto che questi elementi si legano molto difficilmente con altri elementi chimici e per questo sono gli ultimi a cristallizzare, dando origine a concentrazioni anomale rispetto a quelle che si trovano in altre rocce vulcaniche. (Focus)