Comiso – Alle otto del mattino, domani, la diana pirotecnica, un ritmico sparo di fuochi d’artificio e il festoso suono dei bronzi del campanile della chiesa Madre annunciano alla città di Comiso che è il giorno della “Festa raDdulurata”. I corpi bandistici, sin dal mattino, si inseguono per allietare le vie della città e la piazza Fonte Diana. In chiesa, intanto, si celebrano le sante messe mentre i parrocchiani e gli addetti ai lavori si affrettano a compiere gli ultimi preparativi per il pomeriggio: le prove generali dell’Inno, l’addobbo del fercolo, i palloncini e tanto altro. Ci si rincorre a vicenda in un clima di gioia e di grande festa. Torneranno, dopo due anni, le grandi emozioni di una celebrazione profondamente radicata nel suo territorio, quello casmeneo. Alle 9, e poi nel pomeriggio alle 17, i corpi bandistici Pulvirenti e Diana eseguiranno marce sinfoniche per le principali vie della città.
Alle 9 la celebrazione eucaristica sarà presieduta dal sacerdote Angelo Strada, vicario parrocchiale; alle 11 la solenne celebrazione eucaristica sarà presieduta dall’arciprete parroco, don Innocenzo Mascali. Alle 17 ancora una solenne celebrazione eucaristica che sarà presieduta dal sacerdote Antonio Baionetta. Subito dopo, il venerato simulacro dell’Addolorata, posto nel magnifico baldacchino ligneo, esce dalla Chiesa Madre e accompagnato dai suoi devoti portatori fa il trionfale ingresso in piazza fonte Diana, dove è accolto dalla moltitudine dei cittadini che gremiscono la piazza. Il sublime coro delle voci bianche, schierato sul palco in divisa bianca e blu, dopo mesi di prove, esegue il tradizionale canto dell’Inno, scritto nel 1910 da mons. Francesco Rimmaudo e musicato dal maestro Alfio Pulvirenti.
E’ il momento più atteso della festa. Al termine del canto sorge spontaneo il grido di “Viva Maria” e il lancio di coloratissimi volantini, l’interminabile “moschetteria” e lo sparo di fuochi d’artificio enfatizzano ancora di più il carattere festoso di questo straordinario momento. Da lì si snoda la lunga processione per le vie della città, dove la Madonna è salutata dai balconi, per l’occasione appositamente addobbati, con il lancio di petali di rose e fiori di maggio. Alle 19,30 ci sarà la celebrazione eucaristica presieduta dal sacerdote Girolamo Alessi. In tarda serata il fercolo dell’Addolorata fa ritorno ‘rastrata a lumi’ in piazza Fonte Diana. Il rientro in Chiesa e il canto dei bambini e della corale parrocchiale conclude la processione, intorno a mezzanotte. E una tradizione che si ripete da oltre un secolo, aspettando l’anno successivo.
Lo scrittore comisano Fulvio Stanganelli (1870-1951) descriveva così la festa dell’Addolorata e dei suoi devoti, i “matriciari”: «I fiori innumerevoli che le piovono da tutti i balconi, l’agitar delle pezzuole bianche dei devoti, lo scampanio, il tuonar delle bombe a mitraglia e a sorpresa, l’assordante fracasso delle diverse musiche, i “Viva Maria” entusiastici con cui viene accolto il bel simulacro, sul primo apparire tra quel mare di popolo, hanno del fantastico».