Ragusa – Duemila visitatori hanno, finora, ammirato i diorami pasquali in esposizione nella chiesa di Sant’Agata al Giardino ibleo. La mostra, dal titolo “Dal buio alla luce”, proposta dai presepisti dell’associazione culturale L’Arco, con il patrocinio del Comune di Ragusa e il supporto della fondazione San Giovanni Battista, che ha preso il via lo scorso 10 aprile, resterà aperta sino al 31 maggio tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Il 29 maggio, l’orario di chiusura sarà prolungato sino alle 21.
“I visitatori che ci sono venuti a trovare – dichiara il presidente dell’associazione L’Arco, Vito Sammatrice – arrivano da varie parti d’Italia e anche dagli Stati Uniti, dal Nord Europa e pure dal continente asiatico. Diciamo che la prima cosa che ci hanno chiesto era perché fosse stato allestito un presepe durante il periodo pasquale.
Ovviamente abbiamo chiarito che, pur trattandosi della stessa tecnica dei presepi, i soggetti sono completamente differenti e, anzi, il fascino dei diorami è proprio legato al fatto che ripropongono scene della Passione e della Resurrezione di Gesù. Devo ringraziare tutti gli artisti che hanno collaborato e chi ha curato l’allestimento oltre ovviamente ai giovani del servizio civile della fondazione che garantiscono l’apertura quotidiana.
Abbiamo cercato di fornire una risposta importante sul fronte culturale e i riscontri, anche molto interessanti in taluni casi, non sono mancati. Di certo, abbiamo aperto una porta su un fronte completamente nuovo e che, per tale ragione, ha suscitato molta curiosità”. Ad esporre Donatella Pluchino, Annamaria Castello, Tino Colombo, Danilo Ferrara, Alberto Rutella, Bartolo Mineo, Giuseppe Petriglieri, Giuseppe Fiaccavento, Giuseppe Distefano, Mattia Tumino e lo stesso Vito Sammatrice che, attraverso la ricerca tecnica di materiali innovativi, hanno realizzato micromondi che parlano anche del loro operato. Un modus operandi particolarmente apprezzato dai visitatori.
Una esperienza molto interessante che ha rivelato parecchio della capacità di questi presepisti di sapersi scommettere con altre tipologie rappresentative che evidenziano la complessità di compenetrazione dei cosiddetti micromondi così come i diorami spesso e volentieri vengono chiamati proprio allo scopo di evidenziare una tipologia applicativa che solo con una certosina attenzione può dare i frutti sperati.