“Il rischio che il vaiolo delle scimmie si stabilisca in Paesi non endemici” per l’infezione “è reale”, avverte l’Organizzazione mondiale della sanità, “particolarmente preoccupata” per le conseguenze che la malattia può causare “nei gruppi vulnerabili compresi i bambini e le donne in gravidanza”.
E’ il monito lanciato dal direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Tuttavia, ha aggiunto il Dg, l’affermazione del Monkeypox virus in aree del mondo che prima registravano solo sporadici casi importati “è uno scenario prevenibile”.
In questo senso, l’Agenzia delle Nazioni Unite per la salute torna a esortare i Paesi colpiti a “fare ogni sforzo per identificare tutti i casi e i contatti, così da controllare questo focolaio e prevenire la diffusione della patologia”.
Fino ad ora “più di 1.000” sono quelli “confermati di vaiolo delle scimmie segnalati all’Organizzazione mondiale della sanità da 29 Paesi dove la malattia non è endemica.
Finora in queste nazioni non sono stati segnalati decessi” e le infezioni registrate riguardano “principalmente, ma non solo, uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini.
Alcuni Paesi stanno iniziando a segnalare casi di apparente trasmissione comunitaria, compresi alcuni nelle donne”.
A fare il punto è il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante il periodico briefing per la stampa.
Il Dg ribadisce che “l’improvvisa e inaspettata comparsa del Monkeypox in diversi Paesi dove l’infezione non è endemica suggerisce che la trasmissione potrebbe essere andata avanti per qualche tempo senza essere rilevata.
Ma non sappiamo per quanto tempo”.