Ragusa – Accipicchia, ma che niente niente ci siano i segnali di una ripresa della secolare campanilistica concorrenza tra Ragusa superiore e Ragusa Ibla, questa volta non in salsa religiosa tra ‘sangiurgiari’ e ‘sangiuvannari’ ma piuttosto tra i residenti del centro e quelli del quartiere barocco sull’allocazione del museo archeologico, di cui almeno finora, ad eccezione di qualche illuminato promotore di un comitato civico e di un paio di consigliere comunali, pare non fot…se a nessuno ?
Il dubbio ci è venuto leggendo la nota di Turi Iudice, presidente del comitato Ragusa al centro (è lui l’illuminato promotore appena citato in quanto non amiamo parlare per allusioni) di cui fanno parte anche (appunto) la due consigliere comunali Cettina Raniolo e Corrada Iacono.
Che tutti insieme si sono molto occupati, e a ragion veduta, della riapertura del museo archeologico di via Natalelli, chiuso per lavori vari, da parecchio tempo, e dove recentemente hanno compiuto anche un sopralluogo.
Nella nota di Ragusa al centro si fa cenno ad un “inatteso fronte comune di residenti e di commercianti contro la permanenza del Museo Archeologico a Ragusa” che si è reso protagonista di una “inattesa e per certi versi scomposta e speciosa reazione di una nuova aggregazione di cittadini e residenti del quartiere di Ibla che non condividono la scelta di mantenere a Ragusa superiore, una sede del Museo Archeologico”.
Di tale fronte comune e nuova aggregazione nulla conosciamo di prima mano se non per lettura in altri organi di stampa, per cui prendiamo per buone e ci fidiamo di quanto afferma Turi Iudice di cui ben conosciamo e stimiamo anche la lunga attività pubblicistica.
Nella nota di Ragusa al centro, Iudice entra subito nel merito affermando “dal momento che, nella qualità di Presidente del Comitato ‘Ragusa al Centro’, vengo coinvolto, per l’incontro avuto al Comune con gli amministratori e l’architetto Buzzone, ritengo del tutto legittimo esternare alcune doverose perplessità. Intanto, l’incontro era stato programmato per conoscere la data di fine lavori per la messa in sicurezza dei locali del Museo Archeologico e la successiva riapertura al pubblico. Checché ne possa pensare qualcuno, il Museo Archeologico è vivo e vegeto e abita ancora in via Natalelli. Solo per amore di tutta la città sono state chieste notizie sullo stato attuale dei lavori presso quella che dovrebbe essere un’altra nuova sede di Museo Archeologico di Ragusa (l’ex convento di Santa Maria del Gesù sito nella circonvallazione che porta al quartiere barocco n.d.r.).
E’ stato riferito che se ne parlerà, almeno, fra 4 o 5 anni, questo sgombrerebbe, intanto, il terreno da ogni gelosia e da ogni polemica, perché fra 4 o 5 anni ci saranno nuovi amministratori che potranno prendere decisioni del tutto nuove sulle sedi dei Musei, siano esse una, due o nessuna. Dopo la fine dell’incontro, non abbiamo annunciato nulla, se non confermare quanto era già emerso in precedenti confronti pubblici: la nuova sede del Museo Archeologico, peraltro, al tempo, ritenuta dal personale della Soprintendenza che sta, o stava, occupandosi dell’allestimento, poco idonea per accogliere il Museo Archelogico di Ragusa, per l’impossibilità ad applicare le ultime strategie in termini di moderni allestimenti museali, non poteva costituire sede alternativa a quella di Ragusa superiore perché buona parte dei reperti attualmente esposti non sarebbero stati oggetto del nuovo allestimento.
Il Museo attuale possiede molti reperti conservati, l’idea del nuovo museo era un’altra, già in occasione di un incontro al City, organizzato dall’assessore Arezzo. Il problema è, casomai, della soprintendenza, se mantenere esposti gli attuali reperti o chiudere l’esposizione museale che, in ogni caso, non confliggeva con quella nuova di Ibla. C’erano state sì posizioni, come quella dell’assessore Arezzo, poi, pare, rientrate, di fare dell’attuale sede una sorta di aula didattica, laboratorio di restauro, di conservazione di reperti, ma della cosa non si è più parlato.Del tutto sterili e inopportune le polemiche relative alle presunte “ingenti risorse economiche riservate per rivitalizzare la via Roma”, a Ibla dimenticano forse i milioni (al tempo erano miliardi) della Legge su Ibla spesi a Ibla, somme, per l’80%, peraltro vincolate per Legge, alla spesa sul quartiere inferiore. Il Comune di Ragusa, anche al di fuori della Legge su Ibla, non ha mai lesinato somme per la tutela e la valorizzazione di palazzi e monumenti e opere d’arte, fra cui molte Chiese di proprietà non comunale ma della Curia. Senza parlare delle incentivazioni alle attività economiche che, oggi, i residenti vogliono mettere in difficoltà con norme sui parcheggi e la viabilità che ne potrebbero determinare la morte commerciale. Del tutto priva di fondamento e di conoscenza della questione, la superficiale asserzione che il ristrutturato convento (quando lo sarà) non sarà più sede del Museo Archeologico. A meno che qualcuno, in preda furori biblici, non ritenga di poter determinare, comunque, non solo il destino di Ibla ma della città tutta, anche di quella che non abita e non vive. Il Comitato “Ragusa al Centro” non ha mai interferito per le scelte e le strategie adottate per Ibla, né ha sindacato entità delle somme dedicate e programmi riservati. Bene farebbero certi soggetti a comportarsi nella stessa maniera nei confronti di quello che rimane, comunque il nucleo centrale della città”. E nel prendere atto di tutta questa polemica, ci affiora un dubbio: che in fondo in fondo rivalità o senso di rivalsa o cos’altro sia, tra Ibla e Ragusa superiore, ci sarà nei ‘saecula saeculorum’ ? (daniele distefano)