Ragusa – È iniziata alla grande la 13° edizione di “A Tutto Volume”, il festival dei libri di Ragusa. Grande spettacolo in una meravigliosa Marina di Ragusa per la prima giornata ufficiale che ha visto nel connubio tra cinema e letteratura il tema degli appuntamenti della prima giornata. Dopo l’inaugurazione con i saluti del direttore artistico Alessandro Di Salvo, del sindaco di Ragusa Peppe Cassì, dei deputati regionali Giorgio Assenza, Nello Dipasquale e Stefania Campo, del presidente della Banca Agricola Popolare di Ragusa, Arturo Schininà, del vicepresidente della Fondazione degli Archi, Angelo Firrito, del direttore ff Asp, Raffaele Elia, e della giornalista Isabella Papiro in rappresentanza del Trofeo del Mare, è stata la suggestiva terrazza del porto turistico ha ospitato un affascinante Pupi Avati che, con passione e simpatia, ha conversato con Francesca Fagnani su “Io, Dante e la belva”. Regista, produttore, sceneggiatore e scrittore, maestro nel descrivere emozioni e far immedesimare gli spettatori, Pupi Avati ha regalato un incontro emozionante, in cui, partendo dal suo ultimo libro “L’alta fantasia” (Solferino), ha raccontato della vita di Dante e ne ha regalato un’immagine inedita e romantica. “La creatività di Dante è un enigma.
Non è ereditaria ed esprime l’ineffabile”. Questa l’intuizione da cui parte Avati, secondo la Fagnani. E secondo l’autore “La creatività Dante la incontra attraverso la sublimazione del dolore”. L’incontro è un elogio alla vulnerabilità, all’avvicinarsi all’altro e riconoscerne la fallibilità. È un dialogo intenso quello tra il regista e la giornalista, è un racconto degli anni della gioventù a Bologna, di come è nata la passione per il cinema, di amore e di “dolore come forma di conoscenza che non ha eguali”, del tempo che passa e della “nostalgia del presente come capacità di fare tesoro del momento, che necessita di creatività per riuscire a custodire un momento e farselo bastare per il futuro. Dante è questo, una sola volta Beatrice gli ha rivolto la parola, cosa dice? “Vi saluto”, e Dante torna a casa, si sdraia sul suo letto e continua a vivere e rivivere quel momento, e diventa un ricordo prezioso”. Dante, il Sommo Poeta, si mostra semplicemente uomo e con tutta la sua vulnerabilità conquista il pubblico. Una storia appassionante che presto si potrà ammirare anche nelle sale cinematografiche, è infatti di prossima uscita l’ultima pellicola proprio dedicata a Dante.
Sempre al porto la presentazione in anteprima dell’inedita sceneggiatura di Gesualdo Bufalino “Io, Franca Florio” (Archilibri). Grande entusiasmo e partecipazione per la presentazione della pubblicazione del testo base della sceneggiatura che la Fondazione Bufalino ha ritrovato circa un anno fa tra le carte autografe dell’autore. Una veste insolita per lo scrittore comisano che, da appassionato cinefilo, si è ritrovato a scrivere per il mondo del cinema. Sono intervenuti il giornalista e scrittore Roberto Alajmo, lo sceneggiatore e regista Andrea Traina, che si è occupato di curare la composizione del testo anche attraverso l’omologazione delle intestazioni delle scene, e l’artista Giovanni Robustelli che ne ha disegnato le illustrazioni. Il critico cinematografico Gianni Canova ha scritto la prefazione, mentre l’introduzione è dello scrittore e critico Massimo Onofri. La lettura di alcune pagine del testo ci rimandano ad una scrittura precisa e dettagliata, ricca di particolari che riescono bene a far immaginare che, se fosse stato ultimato il progetto, sarebbe stato un capolavoro cinematografico.
“Splendore assoluto e poi decadenza fisica ed esistenziale sono temi congeniali allo scrittore comisano – ha già dichiarato il presidente della Fondazione Giuseppe Digiacomo – confesso che mi emoziona questa dimensione di Gesualdo Bufalino non solo grande cinefilo ma, addirittura, sbalzato nello spazio e nel tempo dalle poltroncine sgangherate del Cinema Vona di Comiso allo star system di Hollywood”. Il testo fu commissionato all’autore nel 1993 da Edward R. Pressman, produttore cinematografico americano. Interlocutore del grande scrittore fu Alessandro Camon, sceneggiatore, che si era trasferito a Hollywood come produttore esecutivo. Soggetto del copione è il racconto della straordinaria vita di Franca Florio, donna bellissima, simbolo di un mondo fatto di eleganza e opulenza.
A Piazza Torre un energico Fulvio Abbate, “Quando c’era Pasolini” (Baldini e Castoldi), ha dialogato con il giornalista e critico Filippo La Porta. “Pasolini ha dalla sua un enorme coraggio, un coraggio individuale e una capacità di fare scandalo notevole – ha detto Abbate – Non possiamo accostarlo a nessuna piccola banda letteraria organizzata. Pasolini risponde sempre in prima persona delle proprie scelte e delle proprie decisioni”. Per La Porta “Pasolini era un figura assolutamente magnetica, non il classico letterato italiano”.
Piazza della Dogana ha invece ospitato l’appuntamento dal titolo “Francesco, un Papa nel mondo” che ha visto protagonista il giornalista e scrittore Andrea Monda, curatore de “La tessitura del mondo” (Salani) in dialogo con la scrittrice Carola Susani. L’incontro è stato moderato da Giuseppe Di Mauro. Il Papa nel suo messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, dice che il mondo è un tessuto e le storie che gli uomini raccontano sono i fili di questo tessuto messo sempre a dura prova. Proprio dalla necessità di usare il “racconto” come strumento capace di rafforzare i legami, dal bisogno di raccontare le proprie storie è nato questo libro che può a tutti gli effetti considerarsi un dialogo. Nasce infatti dalla risposta che in tanti, artisti, scrittori, giornalisti e tanti altri, hanno voluto dare alle parole del Papa.
Conclusione scoppiettante con Giovanni Veronesi e i Musica da Ripostiglio. La serata si è conclusa tra gag, improvvisazioni, musica e tanto divertimento. Uno spettacolo nello spettacolo, in cui il regista e sceneggiatore Veronesi, a suon di provocazioni, ha messo a dura prova i bravissimi musicisti de Musica da Ripostiglio. Come un vero “Liberi tutti!”, questo il titolo dell’appuntamento, anche il pubblico ha partecipato attivamente e lasciandosi coinvolgere con entusiasmo ha contribuito a creare un’atmosfera esuberante. Liberti tutti, come finalmente sono i partecipanti del festival, protagonisti assoluti, senza alcuna restrizione.
Il festival è organizzato dalla Fondazione degli Archi, ideato da Alessandro Di Salvo che ne è anche il direttore artistico, coadiuvato da cinque direttori ospiti: Massimo Cirri, Filippo La Porta, Antonio Pascale, Massimo Polidoro, Federico Taddia e con il fondamentale supporto di enti pubblici e sponsor privati. Il festival questo venerdì 10 e sabato 11 giugno si trasferisce a Ragusa Superiore per poi concludersi domenica 12 a Ragusa Ibla.