Ragusa – Numerosi e sfortunati i contribuenti che, proprio in questi giorni, stanno ricevendo la comunicazione sulle certificazioni uniche 2022 sbagliate da parte dell’Inps. In particolare, l’istituto evidenzia la mancata correttezza dei dati fiscali e delle somme riportate nelle precedenti Cu e la conseguente necessità di acquisire le certificazioni rettificate per i relativi obblighi dichiarativi.
“Questa situazione – afferma Rosa Anna Paolino – si ripete, come se nulla fosse, senza una comunicazione ufficiale da parte dell’istituto, che si limita, come abitualmente accade, ad informare in modo scarno i diretti interessati senza fare il minimo accenno ai disagi che le rettifiche comportano, e senza poi che ci sia, da parte dei vertici dell’Inps, una qualche assunzione di responsabilità.
Le conseguenze delle Cu errate sono molteplici e non di poco conto, ma evidentemente l’Inps le ignora o comunque preferisce farlo: oneri esclusivamente a carico del cittadino, dichiarazione precompilata non allineata ai nuovi importi, disagi e aggravio di costi per la ripresentazione della dichiarazione, violazione del principio di legittimo affidamento riguardante il perimento degli atti della Pubblica amministrazione, entro il quale il cittadino dovrebbe essere indenne da conseguenze di qualsiasi natura.
Tutto ciò, come sempre, con buona pace dell’applicazione dello Statuto del contribuente.
Ormai, purtroppo, nulla ci sbalordisce e l’ennesimo comportamento lesivo per i contribuenti da parte dell’Amministrazione sta passando in sordina come se niente fosse. Anc è l’unica voce che si alza a tutela dei contribuenti e dei professionisti che li assistono”.
Il presidente Paolino sostiene che, naturalmente, ad essere ignorato è anche il lavoro dei professionisti intermediari, i quali si trovano costretti, per riparare agli errori dell’Inps, a riaprire e rettificare dichiarazioni già trasmesse, come se il loro lavoro non fosse già sufficientemente pressato dal peso degli innumerevoli adempimenti previsti. “Questo comportamento non è accettabile – conclude Paolino – e cittadini e professionisti non devono essere costretti a subirlo ancora, sarebbe opportuno ci fosse un agire diverso che prevedesse anche per la Pubblica Amministrazione, così come accade per tutti i cittadini, l’obbligo di rispondere degli errori commessi”.