Ragusa – I dati sulla povertà in provincia di Ragusa, dopo quelli generali diffusi dall’Istat, ci dicono quello che si sospettava, rivelandosi assolutamente drammatici nella loro crudezza.
E’ quanto denuncia la segretaria dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, evidenziando che il livello di povertà, nell’area iblea, è salito di molto nel 2021 rispetto agli anni precedenti.
“Stiamo parlando – afferma Carasi – del fatto che il 6,9% delle famiglie di questa provincia si trova in condizioni di povertà assoluta contro una media che, invece, nel quadriennio 2013-2016 riguardava il 6,1% dei nuclei.
Sono numeri che risultano essere aumentati in maniera importante senza dubbio a causa dell’impatto del Covid.
Ma dobbiamo essere sinceri. Sono fallite anche le misure di contrasto alla povertà introdotte dagli ultimi governi, come il Reddito di inclusione e il Reddito di cittadinanza.
Oggi, alla luce di questi dati raccolti, ci tocca ammettere che non hanno avuto gli effetti sperati”.
Tra l’altro, il futuro è tutt’altro che roseo alla luce dell’inflazione galoppante, per non parlare del caro-bollette e dell’escalation dei carburanti.
“Tutto ciò – continua Carasi – sta determinando una erosione dei redditi delle famiglie e una perdita del potere di acquisto.
Ecco perché sempre più famiglie risultano spinte verso la soglia della povertà.
Ed ecco perché è in numero sempre maggiore la quota dei cittadini incapace di sostenere le spese giornaliere.
La situazione peggiora dalle nostre parti a riprova di una realtà territoriale che va unita con più investimenti, occupazione, inclusione sociale. Le contromisure devono essere adottate adesso. Dopo, potrebbe già essere troppo tardi”.