Una riunione del governo per analizzare la situazione della siccità nelle diverse regioni e valutare eventuali misure per far fronte all’emergenza.
L’incontro, secondo quanto si apprende, si terrà in settimana con l’Esecutivo che tiene sotto stretta osservazione il dossier siccità.
Alla riunione dovrebbero partecipare i ministri delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli – che proprio ieri aveva definito “inevitabile” dichiarare uno stato di crisi – e della Transizione ecologica Roberto Cingolani.
Non è esclusa anche la presenza del capo del Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio.
La notizia della riunione arriva dopo la richiesta di aiuto formulata dalle Regioni all’Esecutivo per un intervento rapido volto a fronteggiare l’emergenza.
A muoversi per primi sono stati i governatori del Nord: il Veneto già nelle settimane scorse aveva chiesto lo stato d’emergenza, ottenendo però un no da parte del governo; poi si sono mosse la Lombardia e il Piemonte. E infatti nelle regioni settentrionali, dice ancora la Coldiretti, che le precipitazioni primaverili si sono più che dimezzate, con il territorio a boccheggiare, stremato da temperature a dir poco inusuali.
Ma la situazione è difficile anche il centro-sud, con l’Autorità di bacino del Tevere che lamenta di avere lanciato l’allarme siccità già da diversi mesi e invita a muoversi con la massima celerità per non dover inseguire le emergenze.
Intanto il Piemonte domani chiederà l’allerta rossa. “Chiederemo il livello massimo di allerta, quello rosso, e questo permetterà al governo di intervenire con i mezzi della protezione civile o per decidere gli utilizzi delle acque”, ha detto Matteo Marnati, assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, in un’intervista a Rai News 24, sul tema della siccità.
“In realtà noi siamo intervenuti in due modi – ha spiegato -, uno per la crisi idropotabile e il secondo per l’agricoltura, per cui abbiamo già chiesto lo stato di calamità, però serve per pagare i danni postumi a un evento. Noi però cerchiamo di anticipare. Poi ci sono altre azioni a medio e lungo termine da mettere in campo, altrimenti la situazione diventerà ordinaria nei prossimi anni”.
“Per ora l’acqua non manca, però se va lungo il periodo di secca e di caldo ci saranno problemi”, ha sottolineato Marnati.
Al momento circa il 10% dei Comuni piemontesi ha adottato delle ordinanze per l’uso consapevole e anche dei divieti.
“Il problema – ha spiegatgo Marnati – è che adesso, con questo caldo, i consumi per uso civile stanno aumentando e non diminuendo. Quindi alcuni comuni e alcuni acquedotti hanno cercato di intervenire nelle ore notturne, chiudendo i rubinetti. Per ora sono casi ancora sporadici, ma dai dati che abbiamo probabilmente questi comuni si moltiplicheranno nei prossimi giorni. Così facendo, almeno nelle ore notturne riusciamo a ricaricare un po’ d’acqua nelle cisterne per poi utilizzarla durante la giornata”.