Ragusa – E’ questo slogan, non certo il solo tra gli innumerevoli altri che hanno caratterizzato il primo Pride della storia ragusana, a dare significato compiuto alla prima uscita ufficiale del mondo LBTQI+ ibleo.
Un emergere dal silenzio, clandestinità, spesso solitudine, per affermare rivendicare e, perché no, esibire il proprio essere.
Per il resto è forse difficile rendere la cronaca dell’appuntamento che, alla fine di tre giorni di dibattiti, di mostre, di spazi culturali, ha concluso il primo Pride, con la presenza coloratissima multigenerazionale ed allegra di un migliaio di persone.
A fianco del mondo LGBTQI+, associazioni (Agedo, Amnesty, Adessobasta, Unione Atei Agnostici Razionalisti, e ci scusiamo se abbiamo dimenticato di citare qualcuno), la Cgil con il suo segretario provinciale Peppe Scifo e lo striscione “liberiamo i diritti”, mondo civile, famiglie arcobaleno e non.
Un mondo nuovo e da scoprire, un’occasione per esserci e per capire, il desiderio, forse un sogno non lontano, di un mondo in cui il proprio essere, non abbia bisogno di manifestazioni o giornate o slogan ma sia accettato, così, quotidianamente e serenamente.
Come è necessario e giusto che sia.
Questa sarebbe la normalità, senza ‘diversità’. (daniele distefano)