Ragusa – “E’ una situazione assurda. Non più gestibile. Servono provvedimenti immediati. E poi parliamo di turismo e di ricettività. Ma come se ne può parlare se i rifiuti sono ormai strabordanti da tutte le parti e se c’è chi, mangiando una pizza, deve fare i conti con olezzi non graditi considerato, tra l’altro, il caldo di queste ultime giornate?”.
E’ il senso della denuncia che arriva dalla presidente della Cna Ristorazione Ragusa, Federica Muriana, che, con riferimento alla chiusura della discarica Oikos di Motta Sant’Anastasia, all’interno della quale, al momento, non è possibile conferire alcun tipo di rifiuto indifferenziato, prende atto del fatto che l’emergenza sta mettendo a dura prova tutto il comparto della ristorazione.
“Le difficoltà maggiori – continua Muriana – le stanno vivendo locali come pizzerie e ristoranti che, non potendo conferire l’indifferenziato, sono costretti a tenerlo chiuso in sacconi di plastica nera, nei pressi delle proprie strutture, con un feedback assolutamente negativo da parte dei visitatori che si chiedono come sia possibile che un territorio così bello faccia i conti con una gestione così poco oculata della spazzatura.
Un danno di proporzioni inimmaginabili per le nostre città barocche che, tra l’altro, proprio in questo periodo sono invase dai visitatori. E noi non riusciamo a fare altro se non a proporre la cartolina di un territorio massacrato dalla presenza dei sacconi di immondizia. L’alternativa sarebbe conferire questi stessi sacconi nei pressi dei cassonetti dell’indifferenziato che, però, già di loro, fanno registrare la presenza di quintali di roba.
Insomma, la questione del secco non riciclabile che non viene raccolto ormai da giorni si sta trasformando in un vero e proprio dramma. Chiediamo con forza che si individui, al più presto, una soluzione.
Chiediamo al Governo regionale di darsi da fare in questo senso e alla deputazione all’Ars della nostra area di battere i pugni sul tavolo sino a quando una via d’uscita non sarà trovata.
Non possiamo convivere con questo disastro ambientale.
Le nostre attività ne usciranno, ancora una volta, come se non fosse bastato il Covid dei mesi scorsi, con le ossa a pezzi”.