Milano, 30 giugno 2022 – Implementare l’utilizzo di tecnologie per il monitoraggio dei pazienti, anche a distanza; implementare figure a supporto del medico, come l’infermiere esperto, nell’educare i pazienti a un corretto uso di farmaci; valorizzare il ruolo del farmacista; semplificare lo schema terapeutico attraverso l’utilizzo di farmaci a dose fissa. Sono queste alcune delle principali conclusioni del documento “Aderenza terapeutica in ambito cardiovascolare” messo a punto da Fondazione Onda a seguito di un Tavolo interregionale con clinici esperti e rappresentanti delle Istituzioni delle regioni Campania, Toscana e Lombardia.
L’iniziativa si è posta l’obiettivo di stimolare un dibattito per evidenziare le criticità ancora esistenti nell’aderenza in ambito cardiovascolare e il ruolo delle governance regionali nel creare e implementare metodologie di monitoraggio nonché discutere il ruolo della semplificazione del regime terapeutico attraverso l’impiego dei farmaci a dose-fissa nel novero delle strategie di intervento efficaci.
Malattie cardiovascolari, indicazioni dagli esperti
“secondo i dati del Rapporto Nazionale 2020 “L’uso dei Farmaci in Italia”, realizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’AIFA,” spiega Serena Perna, Ufficio Monitoraggio della Spesa Farmaceutica e Rapporti con le Regioni, AIFA, “l’aderenza e la persistenza – ossia rispettivamente il grado con cui il paziente segue le raccomandazioni del medico (dosi, tempi e frequenza) per l’assunzione di un farmaco in un dato periodo temporale e il tempo intercorrente, in giorni, tra l’inizio e l’interruzione di un trattamento farmacologico prescritto – per le categorie terapeutiche cardiovascolari di anticoagulanti, antiipertensivi e antiaggreganti sono ‘’sub-ottimali’’, con dei tassi di alta aderenza rispettivamente del 59,7 per cento, 52,5 per cento e 52,0 per cento, mentre per quella degli ipolipemizzanti la percentuale di alta aderenza è del 41,9 per cento.
Dal Rapporto emerge inoltre come le donne siano tendenzialmente meno aderenti e persistenti degli uomini e che l’aderenza e la persistenza subiscano una forte riduzione nei soggetti più anziani, in particolare negli over 85 anni”.
Le malattie cardiovascolari, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), rappresentano la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 44 percento di tutti i decessi.
In questo genere di patologie per garantire il successo dell’intervento terapeutico nelle condizioni croniche, l’aderenza terapeutica è un elemento di fondamentale importanza.
Con l’emergenza sanitaria da Covid-19 si è verificata, però, non solo una drastica riduzione di controlli clinici e di esami diagnostici, ma anche una minore aderenza ai corretti stili di vita e alle terapie; per questo sebbene l’efficacia di farmaci impiegati nella prevenzione di queste malattie, come antipertensivi, antiaggreganti e statine sia supportata da ampie e consolidate evidenze scientifiche, tuttavia “La mancata o insufficiente aderenza terapeutica da parte di pazienti con malattie cardiovascolari rappresenta un problema anche di sostenibilità del sistema, alla luce dell’invecchiamento della popolazione che spesso presenta numerose comorbilità e quindi schemi di terapia complessi, commenta Francesca Merzagora Presidente Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere.
“Per facilitare questi pazienti cronici, la semplificazione terapeutica con terapie di combinazione a dosaggio fisso unitamente all’utilizzo della telemedicina, costituisce una valida strategia per promuovere l’aderenza.” “La mancata aderenza alle prescrizioni mediche rappresenta un fenomeno molto diffuso e soprattutto di grande impatto nel trattamento delle malattie croniche cardiovascolari nonché in prevenzione cardiovascolare”, chiarisce Massimo Volpe, Presidente SIPREC Società Italiana per la prevenzione