Prosegue da parte Polizia Provinciale di Ragusa l’azione di contrasto alle “fumarole”. Nonostante il fenomeno non abbia le preoccupanti proporzioni del passato, purtroppo si registrano ancora episodi di incenerimento dei rifiuti agricoli derivanti dalla dismissione degli impianti serricoli presenti lungo la fascia trasformata ragusana compresa tra Marina di Acate e i Pantani Longarini.
Ai seguito di specifici servizi -anche notturni- coordinati dal comandante Raffaele Falconieri su direttiva del Commissario Straordinario del Libero Consorzio Comunale di Ragusa Salvatore Piazza, 6 titolari di aziende agricole ubicate nel vittoriese (contrade Resinè, Gerbi e Alcerito) e nel ragusano (contrade Randello, Rimmaudo e Menta) sono stati denunciati in stato di libertà e deferiti alla Procura della Repubblica di Ragusa per l’ipotesi di reato di smaltimento non autorizzato di rifiuti speciali, costituiti principalmente da scarti di tessuto vegetale derivante dalla estirpazione delle piantine coltivate in serra, mediante il loro incenerimento a terra, in violazione del Testo Unico Ambientale.
Prosegue da parte Polizia Provinciale di Ragusa l’azione di contrasto alle “fumarole”. Nonostante il fenomeno non abbia le preoccupanti proporzioni del passato, purtroppo si registrano ancora episodi di incenerimento dei rifiuti agricoli derivanti dalla dismissione degli impianti serricoli presenti lungo la fascia trasformata ragusana compresa tra Marina di Acate e i Pantani Longarini.
Ai seguito di specifici servizi -anche notturni- coordinati dal comandante Raffaele Falconieri su direttiva del Commissario Straordinario del Libero Consorzio Comunale di Ragusa Salvatore Piazza, 6 titolari di aziende agricole ubicate nel vittoriese (contrade Resinè, Gerbi e Alcerito) e nel ragusano (contrade Randello, Rimmaudo e Menta) sono stati denunciati in stato di libertà e deferiti alla Procura della Repubblica di Ragusa per l’ipotesi di reato di smaltimento non autorizzato di rifiuti speciali, costituiti principalmente da scarti di tessuto vegetale derivante dalla estirpazione delle piantine coltivate in serra, mediante il loro incenerimento a terra, in violazione del Testo Unico Ambientale.
Grazie anche all’utilizzo di droni che hanno sorvolato gran parte della fascia interessata dal fenomeno delle “fumarole”, la Polizia Provinciale ha potuto accertare che altri 36 imprenditori agricoli, operanti in particolare nei territori dell’ipparino, del ragusano e dello sciclitano, avevano già provveduto alla dismissione degli impianti serricoli e depositato temporaneamente i rifiuti nei propri terreni. Detti soggetti sono stati formalmente diffidati a non procedere al loro abbandono o all’abbruciamento ed anzi a fornire prova dello smaltimento secondo legge.
Il fenomeno delle “fumarole” non può avere giustificazione alcuna e non essere ritenuta assolutamente una “normale pratica agricola”, considerato che l’abbruciamento di enormi masse nella migliore delle ipotesi anche solo vegetali (ma in molti casi vi sono frammisti seminiere in polistirolo, rottami di tubi di plastica, contenitori di fitofarmaci, etc.) unita alla massiccia presenza di aziende agricole lungo la fascia trasformata, rappresenta una fonte di inquinamento dell’aria, in particolare della zona costiera, e grave nocumento per la salute umana.
Una criticità ambientale che vede, da sempre, la Polizia Provinciale di Ragusa fortemente impegnata affinché il fenomeno venga definitivamente debellato, anche attraverso attività di sensibilizzazione e informazione. A tal proposito, il Nucleo Ambientale con il responsabile ispettore superiore Antonio Terribile sono disponibili, nei confronti degli operatori agricoli e delle associazioni di categoria interessate, a fornire qualsiasi chiarimento o indicazione in merito ad una corretta gestione dei rifiuti agricoli.
L’azione di prevenzione e contrasto, ovviamente, proseguirà soprattutto nel mese di agosto in coincidenza della maggior presenza di vacanzieri e turisti lungo la tutta la fascia costiera.
Grazie anche all’utilizzo di droni che hanno sorvolato gran parte della fascia interessata dal fenomeno delle “fumarole”, la Polizia Provinciale ha potuto accertare che altri 36 imprenditori agricoli, operanti in particolare nei territori dell’ipparino, del ragusano e dello sciclitano, avevano già provveduto alla dismissione degli impianti serricoli e depositato temporaneamente i rifiuti nei propri terreni. Detti soggetti sono stati formalmente diffidati a non procedere al loro abbandono o all’abbruciamento ed anzi a fornire prova dello smaltimento secondo legge.
Il fenomeno delle “fumarole” non può avere giustificazione alcuna e non essere ritenuta assolutamente una “normale pratica agricola”, considerato che l’abbruciamento di enormi masse nella migliore delle ipotesi anche solo vegetali (ma in molti casi vi sono frammisti seminiere in polistirolo, rottami di tubi di plastica, contenitori di fitofarmaci, etc.) unita alla massiccia presenza di aziende agricole lungo la fascia trasformata, rappresenta una fonte di inquinamento dell’aria, in particolare della zona costiera, e grave nocumento per la salute umana.
Una criticità ambientale che vede, da sempre, la Polizia Provinciale di Ragusa fortemente impegnata affinché il fenomeno venga definitivamente debellato, anche attraverso attività di sensibilizzazione e informazione. A tal proposito, il Nucleo Ambientale con il responsabile ispettore superiore Antonio Terribile sono disponibili, nei confronti degli operatori agricoli e delle associazioni di categoria interessate, a fornire qualsiasi chiarimento o indicazione in merito ad una corretta gestione dei rifiuti agricoli.
L’azione di prevenzione e contrasto, ovviamente, proseguirà soprattutto nel mese di agosto in coincidenza della maggior presenza di vacanzieri e turisti lungo la tutta la fascia costiera.