Ragusa – Come di prassi in questo periodo ferragostano, non poteva mancare una ‘bella’ polemica politico-amministrativa. Quella di quest’anno riguarda il regolamento edilizio da adeguare alla recente normativa regionale che ha emanato un regolamento tipo in cui si prevede che l’acqua potabile (per scarichi water, lavatrici, ecc ), circa il 65% del totale, debba essere riutilizzata con grande vantaggio per i cittadini perché è tutta acqua potabile che non viene prelevata dall’acquedotto comunale con risparmio economico giornaliero e salvaguardia per il pianeta e l’umanità. Ma l’ufficio tecnico del Comune di Ragusa e l’Assessorato al ramo avrebbero deciso di ‘decapitare’ il regolamento tipo regionale rendendo solo ‘ consigliabile’ il riuso delle acque grigie. Apriti cielo! Immediatamente il movimento Partecipiamo, che fa parte della maggioranza che sostiene l’amministrazione Cassì e che esprime l’assessore Giovanni Iacono, è insorto rivendicando le proprie battaglie del passato e la delibera del 2015 con cui il consiglio comunale di allora approvò l’iniziativa consiliare di Iacono, allora Presidente del Consiglio Comunale, concernente la modifica del regolamento edilizio con l’introduzione di 5 nuovi articoli (dal 121 al 125) relativi alla ‘razionalizzazione dell’uso delle risorse idriche’.
Le modifiche introducevano per le nuove costruzioni e ristrutturazioni, la contabilizzazione individuale del consumo acqua, l’uso dei riduttori di flusso, il riuso delle acque grigie per gli scarichi, la raccolta delle acque piovane, gli impianti di fitodepurazione naturale delle acque reflue in zone non servite dalla fognatura. Alla luce di tutto ciò Partecipiamo in una nota stampa, dopo aver rifatto la storia dell’attuale regolamento comunale, esclama “l’ufficio tecnico del Comune di Ragusa e l’Assessorato al ramo pare abbiano deciso di rimettere indietro l’orologio della storia, in barba a tutto ciò che sta accadendo nel mondo e in città con i disagi e la penuria di acqua”. Ed ecco che su questa diatriba interna all’amministrazione ed alla maggioranza, entra a gamba tesa il capogruppo consiliare 5 stelle Sergio Firrincieli. Il quale spara grosso e chiede che Giovanni Iacono si dimetta per questione di principio, così come, sempre per questioni di principio (l’utilizzo dei fondi della Legge per Ibla) si dimise da presidente del consiglio comunale. Afferma dunque Firrincieli “attendiamo chiarimenti da parte dell’assessore Iacono e auspichiamo che Partecipiamo si renda conto di quanto è avvenuto politicamente e assuma le relative conseguenze.
Continuare così in Giunta, con questa disattenzione verso alcuni temi che non possono essere presi sottogamba, non avrebbe sinceramente senso, dal nostro punto di vista. Vedremo se Iacono ha un sussulto di dignità politica che gli farà compiere il passo giusto”. Immediata la replica di Partecipiamo che chiarisce come “la proposta del Dirigente del settore portata in Commissione e relazionata dall’ Assessore al ramo, rendeva ‘consigliabile’ per gli interventi di nuova costruzione …..l’adozione di sistemi che consentano l’alimentazione delle cassette di scarico con le acque grigie provenienti dagli scarichi di lavatrice, vasche da bagno e docce” mentre l’emendamento all’atto proposto dalla Giunta e votato in Consiglio comunale, guarda caso, prevede per gli interventi di nuova costruzione sopra descritti l’obbligo di adozione di tali sistemi. Detto questo il comunicato di Partecipiamo punta dritto contro i consiglieri 5 stelle affermando “Giovanni Iacono e Partecipiamo sono stati gli artefici assoluti dell’introduzione nel 2015, con iniziativa consiliare, degli articoli del regolamento edilizio in materia di risparmio idrico. Misure che nel 2016 non furono, immediatamente, attuate per volontà dei 5 stelle al punto che Giovanni Iacono con altri Consiglieri dovettero inviare diffida alla Regione e al Prefetto e il regolamento cominciò ad essere applicato” e ribadisce “altro che dimissioni, Giovanni Iacono ancora una volta è attento, coerente, fermo e determinato sui suoi principi”. E per concludere, la nota del movimento ribalta le accuse “nel comunicato stampa, i 5 stelle, non dicono nulla su questo e dimenticano di dire che sia l’estensore del comunicato stampa (il capogruppo Firrincieli n.d.r.) che l’intero gruppo consiliare era assente come assente lo è stato in tutti gli atti più importanti della città come il Documento Unico di Programmazione, le variazioni di bilancio ecc. A dimostrazione dell’interesse dei 5 stelle per l’argomento, possiamo solo aggiungere che anche questa volta erano assenti”. Infine, il comunicato di Partecipiamo non si esime da un giudizio politico molto duro “il partito dei 5 stelle è l’esempio più emblematico di ciò che George Orwell ha descritto ‘nella fattoria degli animali’. E’ il partito che più di ogni altro al mondo, dopo aver fatto il ‘pieno elettorale’, ha rinnegato tutto ciò che aveva propugnato in campagna elettorale”.
Ma lasciamo da parte questa polemica, e preferiamo piuttosto ricordare che ad intervenire tra i primi sulla vicenda è stata Legambiente Ragusa per bocca del suo vicepresidente Claudio Conti. Infatti, alla notizia che il regolamento tipo della Regione Siciliana, a Ragusa, era stato ‘addolcito’ riducendo l’obbligo del riuso delle acque grigie e semplice consiglio, in una lettera aperta al Sindaco di Ragusa, l’associazione ambientalista gli aveva rivolto l’invito “a non modificare l’art. 65 del regolamento edilizio lasciando l’obbligatorietà dell’uso delle acque grigie nelle cassette di scarico. Non ce lo possiamo permettere. Lo dobbiamo a tutti i cittadini ma soprattutto ai nostri figli e nipoti” e aveva concluso “cogliamo l’occasione per invitarla a porre in campo tutti gli sforzi per recuperare le acque reflue depurate che oggi finiscono a mare per utilizzarle in agricoltura oppure per reimmetterle in falda per frenare l’avanzata del cuneo salino” ricordando che “il comune di Ragusa è stato il primo, meritoriamente, ad introdurre questa norma” e non può tornare indietro. (daniele distefano)