Ragusa – Ancora un’ aggressione ad un operatore sanitario del pronto soccorso del Giovanni Paolo II. La solidarietà del sindacato. Il fenomeno investe la sicurezza e l’ordine pubblico.
Ennesima e inquietante aggressione fisica ad un infermiere in servizio al Pronto Soccorso del Giovanni Paolo II.
L’operatore sanitario è stato aggredito fisicamente dal parente di un utente ricorso alle cure dei sanitari del Nosocomio Ragusano, forse l’eccessiva – a suo dire – attesa prima di essere visitato, ne è scaturito un diverbio con insulti nei confronti di tutto il personale in quel momento in servizio e proseguito con il ricorso alle vie di fatto nei confronti di un infermiere: nulla può giustificare tanta aggressività.
La FP CGIL esprime vicinanza e solidarietà al personale del Pronto Soccorso del Giovanni Paolo II di Ragusa che ha subito l’ennesima aggressione da parte di un utente.
“Ormai è una costante che accomuna gli addetti all’emergenza in tutti i Comprensori Sanitari della nostra Regione, commentano Nunzio Fernandez, segretario generale della CGIL di Ragusa e Duilio Assessore, segretario provinciale della FP CGIL, comparto sanità, così come in tante altre parti d’Italia. Questa O.S. condanna il ricorso alla violenza soprattutto nei confronti di coloro che mettono a disposizione della collettività la propria professionalità in ambito sanitario, è inammissibile che degli Operatori Sanitari escano di casa per fare il proprio dovere e si ritrovino coinvolti in episodi che mettono a rischio anche la loro incolumità fisica.
Lo scotto della grave carenza degli organici, specie nelle UOC di prima linea, l’Emergenza Urgenza, non può essere sempre pagato dal personale in servizio; infatti, buona parte del malessere che accomuna Professionisti ed utenti dei Servizi Sanitari è frutto delle insensate politiche votate esclusivamente al risparmio, condotte soprattutto nell’ultimo decennio.
L’auspicio è che la Direzione Strategica Aziendale riesca a trovare le giuste contromisure per arginare questo ricorrente fenomeno che riguarda tutti i Presidi provinciali dell’Emergenza e metta in campo oltre alle giuste misure repressive attraverso gli altri Organi dello Stato, anche tutto quanto serva a migliorare la sicurezza e le condizioni di lavoro ma anche l’adeguato numero di addetti necessari alla bisogna”.