Passare troppe ora davanti alla tv e di conseguenza fare una vita sedentaria aumenta il rischio demenza. È la lapidaria sentenza di uno studio che ha monitorato centinaia di migliaia di persone anziane di cui riferisce il Paìs. In sé non è la sedentarietà che fa di per sé male al cervello, ma tutto dipende da cosa si fa stando seduti. E la tv è una concausa. Ora, “la connessione tra stile di vita sedentario e demenza non è stata ancora stabilita in modo categorico” Però “uno dei più grandi studi fino ad oggi compiuti esamina questa relazione”, sottolinea il quotidiano.
Infatti, “i ricercatori di diverse università degli Stati Uniti hanno confrontato lo stato di salute mentale di 146.651 anziani quando avevano un’età media di 64,5 anni con la loro situazione dieci anni dopo. In quel periodo, a 3.507 di loro (circa il 2,5%) fu diagnosticata la demenza”. I partecipanti allo studio, ottenuti da un impressionante strumento di salute pubblica (il database britannico Uk Biobank), hanno completato una serie di questionari per sapere qual era la loro attività fisica e il tempo che trascorrevano seduti, guardando la televisione o davanti al computer (escluse le ore lavorative).
Riporta il Paìs: “Il punto di forza di questo nuovo studio è che rivela una relazione coerente tra stile di vita sedentario e salute mentale, ma non uno stile di vita sedentario qualsiasi. I questionari chiedevano ai partecipanti quante ore al giorno trascorrevano guardando la televisione o davanti allo schermo di un computer. Quello che hanno osservato è che più tempo trascorri seduto davanti alla televisione, più è probabile che tu abbia la demenza dopo un decennio di follow-up. La percentuale di aumento del rischio sale al 40%. Ma lo stesso non accade con i computer: la probabilità di sviluppare demenza in questo caso scende al 20%”, si può leggere nel servizio che riporta la sintesi della ricerca di diverse università Usa.
Passività dell’azione e immagini televisive hanno pertanto una relazione e sono concausa di degenerazione cerebrale. Diverso sarebbe se alla fruizione della tv si abbinasse una attività fisica in qualche modo distraente.
Va bene andare in palestra, ma meglio anche smettere di guardare la tv
Poche settimane fa, inoltre, i neuroscienziati del Centro tedesco per le malattie neurovegetative hanno pubblicato i risultati parziali di un lavoro ancora in corso dopo aver eseguito l’imaging cerebrale su 2.500 persone che indossavano un accelerometro per registrare la loro attività fisica mettendo a fuoco il rapporto tra attività fisica e stile di vita sedentario (televisione o computer). Risultato? “Vediamo che l’attività fisica riduce il rischio di demenza, ma non neutralizza completamente i rischi associati al guardare la televisione”, ha affermato Davis Raichlen, dell’University of Southern California, l’autore principale dello studio.
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Alzheimer e altre demenze colpiscono circa 50 milioni di persone nel mondo, circa il 5% della popolazione anziana mondiale. Tutto indica che le cifre aumenteranno a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita e dell’invecchiamento. La prevalenza dei diversi tipi di demenza, quasi testimoniale tra gli under 60, aumenta con l’età ed esplode tra coloro che raggiungono gli 85-90 anni, gruppo in cui la metà ha problemi mentali. Da qui l’urgenza nel determinare se esiste o meno uno stile di vita sedentario sano per il cervello. Chiosa il neuropsicologo David Bartrés-Faz, professore all’Università di Barcellona e ricercatore associato all’Istituto Guttmann: “Se trascorri ore davanti alla televisione, il rischio non si riduce se vai in palestra per un’ora dopo. Va bene andare in palestra, ma dovresti anche smettere di guardare la TV” è il suo consiglio spassionato.