Siracusa – Siracusa è stata lo scenario di un magico incontro tra Giovanni Verga ed Elio Vittorini, due scrittori distanti, ma allo stesso tempo vicini, che si ritrovano in occasione del Centenario della scomparsa del Novelliere vizzinese. L’evento, nato dalla collaborazione tra la Manifestazione Ufficiale delle celebrazioni “Verga 100” prodotta dalla Dreamworld Pictures e l’Ass. Culturale Vittorini-Quasimodo, il Comune di Siracusa con il supporto della Confcommercio, ha dato vita ad un evento unico che rimarrà nella storia e di fronte a un grande pubblico venuto da luoghi lontani, dimostrando come la cultura esca dai propri confini. A Ortigia è andato in scena una delle opere più importanti del Verga, il Don Gesualdo, ribattezzato così dal regista Lorenzo Muscoso – concittadino del letterato – che riscrive la storia, interpretata da Alessandro Sparacino e con le musiche di Gionata Colaprisca, citandone esplicitamente l’Amleto, ponendo attenzione al vissuto del protagonista, a quello che fu il rapporto con la famiglia e con le donne amate nel corso della sua esistenza. Il rapporto tra Verga e Vittorini fu piuttosto controverso, così come ha ricordato Aldo Mantineo, Direttore della Manifestazione Siracusana, nell’introduzione critica intercorsa con Muscoso, visioni distinte nell’affrontare realtà sociali, ancora presenti nella realtà odierna.
Scrittori, entrambi siciliani, si spinsero alla ricerca di quella che era la propria arte; Giovanni la ritrova nella memorie di un’adolescenza vissuta tra le campagne di Vizzini e che lo proietta al successo del grande pubblico con opere che rimarranno nell’immaginario collettivo, in particolare Cavalleria Rusticana, La Lupa e Don Gesualdo, narrazioni che faranno di lui il Padre del Verismo; Elio la tira fuori dal quel mondo martoriato delle dittature e delle responsabilità e del ruolo dell’intellettuale come guida spirituale di un Paese che necessità un rinnovamento. Entrambi lasciano la Sicilia in cerca di glorie, ed entrambi ci ritornano dopo anni, ma quello di Giovanni sarà un ritorno alle origini, al desiderio di tornare a respirare gli odori della propria terra; Elio lo fa sul piano realistico – simbolico reale facendo di Conversazioni , la sua opera più intima che lo pone alla ricerca della propria identità e radici, divenendo emblema delle ingiustizie ai danni dell’umanità.
In entrambi la componente neorealista è presente seppur con dinamiche diverse, dallo stato di rassegnazione si arriverà, poi, a uno stato di diretta ribellione. Chissà quale feeling ci fosse tra i due, ma oggi, sperimentare questo reunion è certamente motivo di fascino e di interesse, dal quale potranno scaturire importanti riflessioni. Oltretutto, nel romanzo di Vittorini, il protagonista Silvestro, nel suo viaggio in treno sceglie di fermarsi proprio a Vizzini, imbattendos cosi’ in quella poetica campestre che rese tanto celebre Verga.