Un nuovo bonus da 150 euro è in arrivo per lavoratori dipendenti, pensionati, autonomi ma non solo: nella platea dei beneficiari anche i percettori del reddito di cittadinanza, della Naspi e i collaboratori. Il nuovo bonus è stato approvato dal Governo il 16 settembre con il terzo decreto Aiuti ter da 14 miliardi.
Bonus 150 euro: a chi tocca?
I beneficiari del bonus 150 euro sono i titolari di redditi fino a 20.000 euro. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha sintetizzato in conferenza stampa che si tratta di “un contributo sociale di 150 euro per 22 milioni di italiani circa che guadagnano meno di 20mila euro, inclusi gli incapienti”.
Bonus 150 euro: l’indennità una tantum per i dipendenti
Il testo entrato in Cdm inserisce il nuovo bonus in cima alle “Disposizioni urgenti in materia di politiche sociali”. Per quel che riguarda i lavoratori dipendenti, ad esclusione dei lavoratori domestici, dettaglia che andrà a quelli che hanno “una retribuzione imponibile nella competenza del mese di novembre 2022 non eccedente l’importo di 1.538 euro”. Considerando le tredici mensilità, si arriva a un lordo annuo di quasi 20mila euro (19.994, per la precisione). Come avvenuto per il precedente bonus da 200 euro, che però andava a coloro che avevano diritto allo sgravio contributivo dello 0,8% o ai pensionati fino a 35mila euro di reddito, sarà riconosciuto direttamente dai datori “nella retribuzione erogata nella competenza del mese di novembre 2022”. L’erogazione sarà dunque automatica, previa la dichiarazione da parte del lavoratore di non esser percettore di altre prestazioni incompatibili.
Il bonus è unico (anche in presenza di più rapporti di lavoro), impignorabile, non costituisce reddito ed è riconosciuto anche nei casi il lavoratore sia interessato da eventi con copertura di contribuzione figurativa integrale dall’Inps. Per la voce dei dipendenti, l’onere stimato è di poco più di 1 miliardo. Ne deriva una platea di 6,7 milioni di persone.
Bonus 150 euro: l’indennità una tantum per i pensionati
Più alte le risorse stanziate per i pensionati (1,245 miliardi). In questo caso la platea è così dettagliata: “Soggetti residenti in Italia, titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria, di pensione o assegno sociale, di pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti, nonché di trattamenti di accompagnamento alla pensione, con decorrenza entro il 1° ottobre 2022, e di reddito personale assoggettabile ad Irpef, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali, non superiore per l’anno 2021 a 20.000 euro”. Per determinare il reddito personale si escludono il Tfr, il reddito della casa di abitazione e le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata. A costoro, sarà l’Inps a corrispondere d’ufficio a novembre l’indennità da 150 euro.
Se le pensioni non sono gestite dall’Inps, dal casellario centrale dei pensionati sarà individuato l’Ente previdenziale “incaricato dell’erogazione dell’indennità una tantum che provvede negli stessi termini e alle medesime condizioni ed è successivamente rimborsato dall’Inps a seguito di apposita rendicontazione”.
Anche in questo caso il bonus non è cedibile, sequestrabile, pignorabile e non compone reddito.
Lo stesso sostengo mediato dall’Inps arriva anche a lavoratori domestici, a chi percepisce indennità di disoccupazione agricola, Co.Co.Co, dottorandi e assegnisti (su domanda), lavoratori di sport e salute spa, lavoratori stagionali, a tempo determinato e intermittenti, dello spettacolo (a domanda), sempre con reddito entro i 20 mila euro; infine ai nuclei familiari beneficiari del reddito di cittadinanza. Gli oneri per questo ultimo gruppo di beneficiari sono di 232,5 milioni nel 2022 e 371,7 milioni nel 2023.
Bonus 150 euro: l’indennità una tantum per i lavoratori autonomi
il decreto si occupa infine dei lavoratori autonomi, facendo riferimento al decreto 50 dl maggio scorso che ha istituito al Ministero del Lavoro il Fondo per l’indennita’ una tantum per i lavoratori autonomi e i professionisti, poi potenziato con il decreto Aiuti-bis a 600 milioni di euro, per erogare anche a queste categorie il bonus da 200 euro. Dal momento che questa erogazione non è ancora avvenuta, visto che è stato appena approvato dalla Corte dei conti il decreto ministeriale attuativo, l’Aiuti-ter interviene con un incremento. L’una tantum, si legge, “è incrementata di 150 euro a condizione che, nel periodo d’imposta 2021, abbiano percepito un reddito complessivo non superiore a 20.000 euro e conseguentemente il limite di spesa di cui al comma 1 dello stesso articolo 33 è incrementato di 412,5 milioni di euro per l’anno 2022”.