Ragusa – Il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, fa il punto sulla situazione economica nell’area iblea. “I mesi estivi – sottolinea – si erano aperti all’insegna di un preoccupante clima d’incertezza. Il quadro internazionale appare ancora molto complesso e non si intravedono segnali di risoluzione del conflitto in Ucraina. I mercati delle materie prime continuano ad essere attraversati da molteplici turbolenze, elemento che contribuisce a rendere molto complicata l’individuazione della fine della fiammata inflazionistica che sta coinvolgendo tutte le principali economie.
L’economia della nostra provincia, che pure ha mostrato nella prima parte dell’anno grande vivacità, ha cominciato a evidenziare segnali di un possibile forte rallentamento.
A maggio, l’occupazione è tornata a registrare una riduzione su base congiunturale; a giugno la fiducia delle famiglie si è collocata al minimo da novembre 2020. Questi elementi si sono tradotti, secondo le nostre stime, in una progressiva riduzione del Pil in termini congiunturali”.
“Tale tendenza – continua Manenti – troverà conferma anche a luglio, mese per il quale la nostra stima indica un calo dello 0,6% su giugno e una crescita nulla nel confronto annuo.
Non vanno trascurati alcuni elementi che potrebbero rappresentare il primo segnale di un atteggiamento più attento delle famiglie.
Anche a giugno 2022 la domanda si è concentrata verso il recupero della componente relativa ai servizi (+11,9% nel confronto annuo) soprattutto quelli legati al turismo e al tempo libero. Per i beni (-3,3% su giugno 2021) la situazione si conferma articolata.
Se per l’automotive il dato dell’ultimo mese consolida una crisi che si protrae ormai da un anno, per altri settori, come l’abbigliamento e le calzature e alcuni non durevoli per la casa, il calo dell’ultimo mese conferma le difficoltà che la domanda di questi beni ancora incontra. Se la stagione dei saldi appare moderatamente favorevole, per gli alimentari si sono consolidati i segnali di ridimensionamento della domanda; non si tratta più solo di una sostituzione a favore dei consumi fuori casa: è presente anche un effetto prezzo decisamente negativo.
Le tensioni inflazionistiche non accennano, infatti, ad attenuarsi. Sulla base delle nostre stime, a luglio si dovrebbe registrare, rispetto a giugno, un incremento dei prezzi al consumo dello 0,7%, con una variazione dell’8,2% su base annua. Il perdurare di questa situazione, con dinamiche dei prezzi particolarmente accentuate per molti beni e servizi per le quali le famiglie hanno margini limitati nella compressione dei relativi consumi, non potrà non influire sui comportamenti delle famiglie della provincia di Ragusa”.