Una giunta di soli deputati, a parte qualche eccezione, con lo scopo di “blindare” la maggioranza all’Assemblea siciliana ed evitare i problemi che nell’ultima legislatura, per via delle frizioni interne al centrodestra, hanno contraddistinto l’azione della coalizione con ripercussioni notevoli sull’attività legislativa.
La strategia è questa e alcuni dirigenti di FdI, Fi e Lega ne hanno discusso anche ieri pomeriggio fuori dal Tribunale, dopo la proclamazione del presidente Renato Schifani.
In questo il governatore, che più volte ha ribadito questa sua volontà, è affiancato da chi sta lavorando all’interno dei propri partiti per ridimensionare malumori e aspettative dei tanti che non sono stati eletti e che ambiscono ad incarichi istituzionali. Per fare quadrare i conti, gli sherpa ragionano su un accordo complessivo che metta insieme le deleghe assessoriali con i ruoli di vertice a Palazzo dei Normanni. Sul tavolo oltre ai ruoli di assessore ci sono quelli di presidente dell’Ars, dei capigruppo, dei componenti dell’ufficio di presidenza dell’Assembla (vice, questori e segretari), dei presidenti delle commissioni parlamentari ordinarie e speciali.
Per i non eletti potrebbero scattare incarichi di sottogoverno e nelle partecipate regionali. Si vedrà.
In questo quadro un dubbio aleggia più di tanti altri: tutti gli assessori non potranno permettersi di assentarsi durante le sedute parlamentari altrimenti metterebbero a rischio i numeri in aula anche se la maggioranza al momento è ben salda, questo vale anche per le riunioni delle commissioni parlamentari. Insomma, se lo schema degli assessori-deputati alla fine prevarrà per il governo Schifani si prospetta un lavoro inteso fuori e dento l’aula del Parlamento siciliano.