Pozzallo – I Carabinieri della Compagnia di Modica, collaborati dai reparti territorialmente competenti, hanno smantellato una rete criminale che, dall’estate dello scorso anno, gestiva una fiorente attività di spaccio nel territorio del comune di Pozzallo. L’Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Modica e la Stazione Carabinieri di Pozzallo hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 7 persone: A.C. 63enne, C.C. 65, G.L. 38, M.L. 61, U.O.I. 33 destinatarie della custodia cautelare in carcere, A.V. 32enne dell’obbligo di dimora nel comune di residenza e una minore del collocamento in comunità. Sono accusati, a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo eroina e metadone, continuata e aggravata poiché commessa in concorso tra loro e di essersi avvalsi di minorenne.
È stato, altresì, deferito in stato di libertà uno degli indagati, per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza, motivo per cui è stata richiesta la sospensione dell’erogazione del beneficio all’INPS. Il danno all’erario ammonta a circa 7 mila euro. Tre degli indagati sono di origine campana, il fornitore e corriere della droga è nigeriano, gli altri sono originari della zona. Quasi tutti sono pregiudicati e con precedenti specifici e, comunque, noti alle Forze dell’Ordine. I provvedimenti restrittivi, su richiesta della Procura della Repubblica di Ragusa e della Procura per i Minorenni di Catania, sono stati emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari dei rispettivi Tribunali, a seguito di serrate attività investigative dei Carabinieri.
L’articolata ed assidua attività d’indagine – protrattasi da maggio a luglio 2021 – è scaturita a seguito di controllo di taluni giovani acquirenti sostanza stupefacente “pesante” nel comune di Pozzallo ovvero dalla segnalazione di alcuni cittadini, poi è proseguita su un nucleo familiare attivo nella compravendita e nella cessione di sostanze stupefacenti, in particolare di tipo eroina e metadone, operante esclusivamente nel territorio di Pozzallo. Più in dettaglio, tutti i soggetti colpiti dall’odierna misura cautelare anche se non sono originari del posto, risultano comunque avere interessi a Pozzallo.
Dalle attività di riscontro e attraverso l’esecuzione di indagini tecniche (intercettazioni telefoniche, ambientali), nonché dallo sviluppo di spunti ottenuti secondo metodi investigativi tradizionali (osservazioni, controlli e pedinamenti) e dagli accertamenti documentali, gli investigatori hanno accertato l’operatività di spaccio di un intero nucleo familiare di Pozzallo, compresa una minorenne, che, con modalità consolidate, si approvvigionava principalmente da un soggetto di nazionalità nigeriana dimorante in area palermitana di cospicui quantitativi della suddetta sostanza, per poi rivenderla al dettaglio direttamente dalla propria abitazione a giovani assuntori – identificati in circa un centinaio – che ivi si recavano per l’acquisto.
I Carabinieri hanno dunque disarticolato una quotidiana e fiorente attività di spaccio di sostanze stupefacenti, ritenuta avvenire “in luogo sicuro”, che non risparmiava neanche i giovanissimi. È stato infatti documentato il frequente andirivieni dei numerosi acquirenti che, avevano quale punto di riferimento una donna soprannominata “la napoletana” (perché di origini campane), principale protagonista dell’attività illecita del confezionamento delle dosi al minuto congiuntamente al proprio convivente, avvalendosi altresì della figlia e del compagno di questi nonché coinvolgendo nella condotta la nipote minore di anni 18. Dalle indagini è emerso che tutti i malviventi gestivano, concorrendo tra loro, l’intera filiera del traffico: dall’approvvigionamento, solitamente tra Palermo e Rosolini, alla cessione al consumatore finale con confezionamento della dose a vista e recupero contestuale delle somme di denaro.
L’attività investigativa ha consentito di registrare numerosissime cessioni di stupefacenti – quasi tremila – che avvenivano direttamente all’interno di un’abitazione privata della famiglia (da cui il nome dell’operazione), monitorata dagli stessi indagati da un sistema di videosorveglianza oltre alla presenza costante di un componente. Le intercettazioni telefoniche, tutte colorate da linguaggio criptico afferente principalmente ad alimenti o alla “bomba” (termine con cui veniva indicata una dose di eroina da 20 a 40 euro), hanno consentito di delineare la completa autonomia degli indagati, ove anche le donne provvedevano e alla cessione delle dosi e al recupero delle somme. Era tuttavia inequivocabile che gli interlocutori si occupassero di affari legati al traffico di stupefacenti. Ne sono una “chiara lettura” attività a riscontro quali i sequestri effettuati (circa 200 grammi di eroina e 500 ml di metadone), l’arresto in flagranza, le sanzioni amministrative contestate agli assuntori, nonché i viaggi documentati presso le località di approvvigionamento, per oltre 2 kg di eroina. Si è stimato che l’attività illecita abbia portato nelle casse della famiglia centinaia di euro al giorno, così come desunto dalla giornaliera registrazione di molteplici episodi di spaccio.
Due soggetti tra i destinatari del provvedimento cautelare, al momento, sono irreperibili.