Come ogni anno a fine ottobre torna l’ora solare, le giornate saranno più corte e si dormirà un’ora di sonno in più. Le lancette si sposteranno indietro di 60 minuti. L’ora solare arriva nella notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre quando bisognerà spostare, alle ore 3, le lancette indietro di un’ora.
La sera farà buio prima e al mattino farà luce prima. L’ora solare, nonostante qualche suggestione legata al caro energia, resterà in vigore fino all’ultimo weekend di marzo 2023 (tra sabato 25 e domenica 26 marzo) quando torneremo a spostare in avanti le lancette. Salvo improbabili sorprese.
Gli apparecchi elettronici collegati a internet provvederanno in autonomia, per gli altri sarà necessario portare le lancette indietro di un’ora. Per semplificarsi la vita conviene cambiare l’ora di un vecchio orologio prima di andare a dormire in modo di sapere per certo che ore sono quando ci svegliamo, senza doversi scervellare per capire se lo smartphone piuttosto che il tablet o lo smartwatch hanno eseguito correttamente l’operazione.
Con il ritorno di questo orario, dunque, le giornate si accorceranno ulteriormente, con un picco negativo il 21 dicembre, quando il sole in Italia sorgerà in media alle 7,40 circa per tramontare alle 16,40 circa. L’ora solare resterà in vigore fino all’ultimo weekend di marzo: poi si tornerà all’ora legale nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo 2023.
Ora legale tutto l’anno l’appello
Poco più di tre anni fa, tra luglio e agosto 2018, è stata avanzata la proposta di abolizione del cambio dell’ora: quasi 5 milioni di cittadini dell’Unione Europea hanno risposto a una consultazione: a esprimersi favorevolmente è stato il 76% dei votanti. Nella discussione che è seguita alla Commissione Europea non si è raggiunta una decisione univoca che accontentasse tutti i Paesi membri e al momento in Italia vige ancora il cambio dell’ora.
Il cambio dell’ora da solare a legale è stato introdotto per risparmiare energia durante la Prima e Seconda Guerra mondiale, riducendo il consumo di elettricità. La misura è poi stata adottata definitivamente in Italia nel 1966. La convenzione dell’orario estivo non fa che “imitare” il bioritmo dei nostri antenati, che si svegliavano all’alba senza orologi, seguendo il progressivo anticipo del sorgere del sole in primavera e il ritardo in autunno. Il cambio dell’ora avviene solitamente in orario notturno per arrecare meno disagio possibile ai trasporti che, di notte, effettuano meno tratte.
Torna l’ora solare: gli effetti sul fisico sono reali
“La ‘sindrome da fuso orario’ o jet lag può essere esplicativa di ciò che sembra accadere al cambio dell’ora: quando si raggiunge un paese con un fuso orario diverso da quello di partenza, la mancanza di sincronia tra l’orologio biologico dell’organismo e il ciclo ‘sonno-veglia’ e ‘giorno-notte’ su cui esso è regolato, fa sì che alcune funzioni del corpo non si adattino tempestivamente al cambiamento e si instaurino disagi psicofisici di varia natura. Possono maggiormente risentire del cambio di ora, tutti coloro che già soffrono di disturbi del sonno e della concentrazione. In più, poiché le giornate diventano più corte, potrebbe alterarsi oltre al tono dell’umore, la produzione di vitamina D”. A spiegarlo all’Adnkronos Salute è l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata.
L’organizzazione attraverso la quale gli organismi viventi regolano le proprie funzioni fisiologiche e i propri comportamenti sincronizzandoli, come in una sorta di orologio biologico, all’alternanza quotidiana luce-buio, è nota come ritmo circadiano, “e le sue dinamiche rispondono, da quando esiste la vita, al ciclo quotidiano di luminosità e oscurità causato dalla rotazione della terra – ricorda Minelli -. In tale circuito ancestrale, attivo da sempre negli organismi viventi in ragione di processi biochimici dipendenti dalla luce del giorno, quest’ultima raggiungendo le strutture profonde dell’ipotalamo attraverso la retina dell’occhio, funziona da inibitore del sonno spegnendo la produzione di melatonina che del sonno è un grande mediatore. Cosa diametralmente opposta accade con il buio che invece favorisce – prosegue – con la produzione di melatonina, la comparsa notturna del sonno la cui qualità e durata sono elementi essenziali per garantire il benessere individuale in termini non solo di riposo ristorativo, ma anche di rigenerazione di funzioni fisiologiche e di prevenzione rispetto all’insorgenza di patologie diverse”.
Ma, oltre al ritmo sonno-veglia, l’orologio biologico di cui l’organismo umano è dotato provvede a regolare anche altre funzioni cicliche, come ad esempio la temperatura corporea, autentico misuratore delle nostre attività metaboliche. “Per effetto della melatonina, infatti, la temperatura subisce un abbassamento letargico nelle ore notturne per poi rialzarsi in quelle diurne e ancor di più di sera, con una differenza fino a un grado rispetto a quella registrata al mattino”, precisa.
“Il funzionamento preciso ed autonomo di questo straordinario congegno, tuttavia, può essere messo a rischio da elementi esterni tra i quali, ad esempio, i cambi di stagione ma anche quelli di orario, come avviene con il passaggio dall’ora legale a quella solare e viceversa. Al cambio dell’ora, infatti – avverte Minelli – la produzione di melatonina può subire un’alterazione, ciò che può a sua volta influenzare la nostra salute fisica e mentale. I disturbi più frequenti a riscontrarsi, anche perché più immediatamente percepibili, sono a carico del sonno: difficoltà ad addormentarsi e svegliarsi al mattino, insonnia o sonno frazionato. Al risveglio potranno esserci una minore capacità di concentrazione, riflessi più torpidi, svogliatezza e necessità di carburare prima di entrare nel pieno delle attività”.