Una nuova rottamazione, la rottamazione quater, con una nuova sanatoria per debiti fino a 2 mila euro potrebbe arrivare presto per gli italiani. Il nuovo Meloni già il giorno prima, nel corso del suo discorso alla Camera per chiedere la fiducia, ha esposto il suo manifesto politico ed economico ed in particolare in materia fiscale ha annunciato: “Tregua fiscale per consentire a cittadini e imprese, in particolare Pmi, in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco”. Che tradotto significa un’altra tornata di rottamazione e stralcio delle cartelle.
Condono vecchi debiti fino a 5 mila euro
In perfetta continuità col governo Draghi che, non solo, ha abolito il cashback fiscale introdotto dal leader del M5S, Giuseppe Conte – che aveva, limitando l’uso dei contanti, posto un freno all’economia sommersa – ma tra i primi atti ha introdotto lo stralcio – cioè la definitiva cancellazione, quindi un condono – di vecchi debiti fino a 5 mila euro (ruoli fino al 2010) per i redditi fino a 30 mila euro. Ora stando alle indiscrezioni si pensa a una sanatoria per ruoli fino al 2015, con un tetto di importo a 2 mila euro. E una rottamazione quater con debiti più grandi fino a giugno 2022, sanzioni e interessi al 5% e 5 anni di rate.
La Lega vuole innalzare l’uso dei contanti fino a 10 mila euro
La Lega vuole l’uso del cash fino a 10mila euro. Il limite sarà innalzato già con la prossima Manovra. Del resto Meloni ha lasciato intendere che la lotta la vuole fare ai grandi evasori, chiudendo dunque gli occhi sui piccoli, in base al motto di questo governo che recita: “Non disturbare chi vuole fare”. Ebbene nel giorno della fiducia al Senato, di buon mattino, la Lega, con la prima firma di Alberto Bagnai, deposita un progetto di legge per alzare il tetto all’uso delle banconote a 10mila euro. “Una proposta di buon senso”, dice Matteo Salvini, che rilancia il motto meloniano dicendo: “Meno burocrazia, più libertà”. Il tetto al contante negli anni ha subito diverse modifiche. La stretta più forte di sempre era stata fatta dal governo di Mario Monti che l’aveva portato a mille euro nel 2011. Poi Matteo Renzi nel 2016 lo fece salire a 3000 euro.
Fu il governo Conte a volerlo abbassare di nuovo riportandolo a mille euro. Nel collegato fiscale alla manovra 2020 si prevedeva una diminuzione di tale tetto “per tappe”. Dal primo luglio 2020 al 31 dicembre 2021 a 2000 euro, mentre dal primo gennaio di quest’anno il limite sarebbe dovuto scendere a mille euro. “Sarebbe”, perché a febbraio di quest’anno sul Milleproroghe si è spaccata la maggioranza Draghi e Lega e Forza Italia hanno votato con Fratelli d’Italia un emendamento per riportare a 2mila euro fino al prossimo anno il tetto al contante.
Ora dal 2023 non solo non scenderà più a mille euro ma potrebbe essere alzato a 10mila. La proposta della Lega innalza anche il tetto alla soglia dei money transfer (rimessa in denaro) a 3mila euro e per la negoziazione a pronti di mezzi di pagamento in valuta (cambio valuta) a 5mila euro. Ma nessuna paura. Per la premier “non c’è correlazione fra l’intensità del limite al contante e la diffusione dell’economia sommersa. Ci sono paesi in cui il limite non c’è e l’evasione è bassissima. Sono parole di Pier Carlo Padoan, ministro dei governi Renzi e Gentiloni, governi del Pd”. Ma Meloni omette di dire che lo stesso Padoan poi fece marcia indietro. Il senatore di FdI, Giovanbattista Fazzolari, assicura: “L’aumento al tetto del contante è da sempre nel programma di FdI, del centrodestra, lo faremo già nella prima legge di bilancio”.