Approda oggi in Consiglio dei ministri il decreto Aiuti Quater da 9,1 miliardi di euro chiamato a prorogare fino a fine dicembre una serie di misure contro il caro-energia avviate dal governo Draghi. Nel dl anche altri interventi i cui effetti si esplicheranno nel 2023. Dagli ‘sconti’ per imprese e famiglie alla riduzione di 30,5 centesimi sulle accise, gli interventi contro i rincari richiederanno risorse tra i 4 e i 5 miliardi, la parte restante andrà alle misure che impattano il 2023. Il dl, che dovrebbe essere approvato in serata, inizierà poi il suo iter parlamentare al Senato.
“Con il prossimo decreto-legge saranno confermate, anche per il mese di dicembre 2022, le misure che riconoscono, a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti, contributi straordinari, sotto forma di crediti d’imposta, pari a una quota delle spese sostenute per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale”, ha annunciato ieri il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in audizione sulla Nadef davanti le commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato. Inoltre “sarà prorogata fino al 31 dicembre 2022 la riduzione delle aliquote di accisa su benzina, gasolio, Gpl e gas naturale impiegati come carburanti; per quest’ultimo sarà confermata fino al 31 dicembre la riduzione dell’Iva al 5%”. Nel dl, tra le altre misure, potrebbe essere anche inserita la norma per innalzare da 600 a mille euro il tetto dei fringe benefit con cui pagare le bollette. Messe in sicurezza le misure fino a fine anno, il governo predisporrà poi con la manovra con una dotazione ‘lorda’ di circa 30 miliardi, anche se il ministro non si è pronunciato sull’entità complessiva.
Di certo i 21 miliardi liberati elevando l’asticella del deficit-pil 2023 al 4,5% saranno destinati agli interventi contro il caro-energia. In questa sede dovrebbe trovare spazio, oltre alla riconferma delle misure del precedente decreto, anche la rateizzazione del pagamento degli oneri energetici, tra le altre misure. La politica di bilancio per il 2023 “proseguirà nel solco degli interventi finora adottati per limitare quanto più possibile l’impatto dell’elevata inflazione sui bilanci delle famiglie, in particolare quelle più bisognose, e salvaguardare la competitività del tessuto imprenditoriale”, ha sottolineato Giorgetti. E in manovra approderebbe anche la misura chiave della campagna elettorale del fronte leghista, l’estensione della flat tax per autonomi e partite Iva ai ricavi fino a 85mila e la flat tax incrementale, da finanziare eventualmente anche con la razionalizzazione del Reddito di cittadinanza e/o un riordino della giungla deduzioni/detrazioni.
“Sono allo studio misure che riguardano l’estensione della soglia di ricavi e compensi che consente ai soggetti Iva di aderire al regime forfetario – ha spiegato Giorgetti – e la flat tax incrementale per i contribuenti titolari di redditi da lavoro o d’impresa non aderenti al regime forfetario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all’Irpef nei tre anni d’imposta precedenti”. Completerà il pacchetto la ‘tregua fiscale’.
E dovranno autofinanziarsi anche eventuali interventi per l’anticipo pensionistico per evitare il ritorno integrale alla Legge Fornero a gennaio. Sul Quota 41, ovvero l’anticipo pensione per chi ha 41 anni di contributi, “posso dire che questa misura non è esclusa”, rileva Giorgetti, chiarendo che però “ci dovrà essere qualche forma di compensazione” anche eventualmente “da qualche economia dal reddito di cittadinanza e dalla sua manutenzione”.
Giorgia Meloni: ogni risorsa sulle bollette
Le risorse a disposizione sono poche e saranno tutte, o quasi, concentrate sul dossier più caldo, il caro energia. Davanti ai gruppi parlamentari di Fdi riuniti in assemblea a Montecitorio, la premier e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ieri ha intanto fatto capire che i margini di intervento per la prossima manovra saranno ridotti. “Stiamo lavorando sulla legge di bilancio, su questo devo essere chiara: la situazione è quella che è, bisogna ragionare per priorità, noi abbiamo deciso che la priorità è coprire la questione energetica, le bollette. Quindi le risorse le metteremo tutte lì”, ha spiegato Meloni secondo quanto ricostruito dall’Adnkronos.
Questo, ha rimarcato Meloni parlando ai suoi, “significa rinviare alcune delle nostre storiche rivendicazioni”, da riprendere “quando liberemo altre risorse, perché su questo sono ottimista, potremmo trovarci tra qualche mese a fare una variazione di bilancio che ci consente di spostare risorse”. Oggi però “bisogna lavorare a saldi invariati”, ha proseguito la presidente del Consiglio, il che “vuol dire” che ogni voce di spesa deve “trovare delle compensazioni”.