Ragusa – La nuova stagione di prosa del Teatro Donnafugata, vivace e appassionante, prosegue sabato 19 alle ore 20.30 e domenica 20 novembre alle ore 18,30 con Rosario Lisma. L’attore, autore e regista siciliano porterà sul palco “Che gusti ci sono”, spettacolo con il quale è iniziata la sua attività di autore. Lo spettacolo, semifinalista al Premio Scenario 2007, ha debuttato a Modena in “Voci e Suoni della Sera” ed è una simpatica autobiografia, il racconto a ritroso nel tempo di storie vissute, esperienze di vita di un “fuori sede”, di “fatti veri!”, come si dice quando si sta per raccontare qualcosa di realmente accaduto.
Partito alla volta di Roma per fare l’Università, il protagonista riporta dei suoi viaggi di ritorno in Sicilia, lunghi e movimentati, fatti per riabbracciare la famiglia per le feste, degli infingardi sarcastici camerieri e baristi siciliani, razza antropologica a sé stante, che bisognerebbe farci degli studi. Ricorda che dopo il viaggio in cuccetta, una volta arrivato alla stazione centrale di Palermo raggiungeva il bar pasticceria il “Sicilristoro”, e doveva scontrarsi proprio con il personale per poter godere di gelati e arancine. Racconta della sua prima donna che continua ad affiorare come una falda acquifera negli anni a venire. Dell’odio per gli animali tranne che per i pesci rossi, per il jazz tranne che per Miles Davis.
Dei ricordi di quando da bambino ha divorato primo e secondo canale con papà, che gli presentava cantanti, attori, calciatori e politici, come se fosse Pippo Baudo. Di un papà che si era inventato una tecnica irresistibile per raccontare le cose. E che sapeva fare benissimo Domenico Modugno. “Che gusti ci sono” è un monologo che porta in scena le storie di famiglia, quelle che raccontano di sapori lasciati, di identità da costruire, di giovani “fuori sede”, quelli che a diciott’anni partono per il continente non più per le fabbriche, ma per le università, non più con le valigie di cartone, ma coi trolley, che però, esattamente come quelli di quarant’anni fa, hanno fame di calore e amore. Un racconto che si guarda alle spalle e si ride addosso. Che non ha vergogna della verità: che senza un po’ di tenerezza si corre il rischio di rimanere tristi.