Una ripartenza sentita e partecipata quella dello scorso sabato al Caffè Letterario Quasimodo di Modica. Ha preso il via infatti la XVII stagione culturale, precedentemente annullata per l’ impossibilità di poter utilizzare il Palazzo della Cultura con il patrocinio gratuito del Comune di Modica, e che grazie all’aiuto di singole persone, ex amministratori della città ed aziende che hanno apprezzato il lungo percorso del gruppo culturale modicano, è ripartita ed è stata inaugurata con una serata dedicata alla grande letteratura, ben documentata da una rassegna fotografica di Antonino Giurdanella, membro del Gruppo, cui si riferiscono le foto.
E’ stato il Premio Nobel per la Letteratura Eugenio Montale ad essere al centro dell’evento. Rosanna Giannone, docente di Lettere nell’Istituto “G. Verga” di Modica, ha portato l’attenzione del pubblico sul grande tema della poetica montaliana, ossia il male di vivere, che ha caratterizzato il primo Montale, quello di Ossi di seppia, mentre Domenico Pisana, Presidente del Caffè Quasimodo, ha tratteggiato la figura dell’ultimo Montale, il “povero nestoriano smarrito” – così si definisce il poeta ligure – alla ricerca della fede , evidenziando come l’itinerario poetico di Montale abbia presenze di ricerca della fede all’interno del suo Diario del 71 72 e della raccolta Bufera ed altro.
La regia della serata è stata di Giuseppe Macauda, poeta del Caffè Quasimodo , che ha armonizzato i vari momenti in programma; Miriam Pisana, attrice e performer, e Alice Costanzo, studentessa dell’Istituto Verga di Modica , hanno letto poesie di Montale , tra le quali Incespicare, Spesso il male di vivere ho incontrato, mentre il M° Sergio Carrubba ha arricchito la serata con stupende sue composizioni musicali.
“ Ringrazio i partecipanti e i giovani intervenuti, ha dichiarato il Presidente Domenico Pisana, con la consapevolezza che la poesia, la letteratura, la musica, l’arte e il teatro rappresentano quella goccia di luce che può avere il potere di risollevare la vita dell’uomo, di illuminare il suo volto, i suoi occhi, la sua mente e di dare refrigerio e speranza al suo cuore, aiutandolo ad uscire dal naufragio.
E’ con questi sentimenti che abbiamo sempre invitato le persone ai nostri “sabati letterari”, non per insegnare loro qualcosa ma consapevoli che la “letteratura, la poesia e l’arte non sono una elucubrazione mentale fine a se stessa, ma sono “vita”, “profezia”, intuizione critica della realtà e dell’esistenza”.