Da giorni circola la notizia su giornali e sui social di un bonus matrimonio 2023 fino a 20.000 euro, ma solo per chi si sposa in chiesa con rito religioso. Una notizia che ha già reclutato moltissime persone che chiedono già come fare domanda o quali sono i requisiti Isee. Troppo presto per dirlo, anche perché si è scatenata la polemica, visto che questa agevolazione è stata inizialmente pensata solo per chi si unisce davanti a un prete, tagliando fuori tutto il mondo delle nozze civili.
Bonus matrimonio fino a 20 mila euro: cos’è
Il bonus matrimonio fino a 20 mila euro va chiarito subito che non fa parte della nuova manovra di bilancio 2023 presentata dal governo Meloni al Parlamento, ma è una proposta di legge della Lega alla Camera dei deputati che prevede per chi si sposa in chiesa un contributo fino a 20.000 euro, sotto forma di detrazione fiscale, per le spese collegate alle nozze. Si va quindi dagli abiti per gli sposi al catering, dai fiori fino alle bomboniere e al fotografo. Al momento si tratta solo di un’idea che dovrà essere messa a punto nei dettagli durante la discussione in Parlamento e non è detto che si arrivi a una fumata bianca.
Secondo la prima bozza di massima, il bonus matrimonio 2023 permetterà di recuperare nella dichiarazione dei redditi, in 5 quote annuali, grazie alla detrazione dalle tasse pagate, il 20% delle spese sostenute per le nozze, fino a un massimo di 20.000 euro. Ci sono anche delle idee sui requisiti: stando alla proposta di legge sul bonus matrimonio, l’agevolazione spetterebbe alle coppie under 35 (cittadini italiani da almeno 10 anni) con un Isee non superiore a 23.000 euro in totale e a 11.500 a persona, riferito al reddito al 31 dicembre 2022. Le spese per le nozze poi andrebbero fatte in Italia. Come detto però si tratta di ipotesi, perché andranno recuperati i fondi per finanziare la misura, ma soprattutto si dovrà trovare la quadra politica sugli eventuali beneficiari.
Bonus matrimonio fino a 20 mila euro: è solo per chi non si sposa in chiesa?
Il bonus da 20.000 euro per le spese di matrimonio ha infatti dovuto fare i conti da subito con grandi polemiche, visto che l’agevolazione è stata proposta solo per i riti di tipo religioso, in chiesa, tant’è che il primo firmatario della proposta, il deputato leghista Domenico Furgiuele ha dovuto fare marcia indietro. La proposta di legge “per questioni di oneri prevedeva un bonus destinato ai soli matrimoni religiosi”, ha detto, specificando che “durante il dibattito parlamentate sarà naturalmente allargata a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa o no”. Insomma per chi vuole sposarsi nel 2023 e attende i bonus matrimonio i tempi non saranno così brevi e non è scontato che in Parlamento si trovi un accordo su una misura come questa. Già durante la pandemia di Covid erano stati ipotizzati bonus matrimoni per far ripartire il settore del wedding, ma con scarsi risultati.