L’argomento principale, nel dibattito politico a Ragusa, in questi ultimi giorni, è stato (né diversamente poteva essere) il nuovo Piano Regolatore Generale della città. Si tratta al momento di una delibera della Giunta cittadina che pertanto dovrà poi essere portata in discussione in consiglio comunale e che è stata presentata alla cittadinanza in un incontro pubblico all’auditorium della Camera di Commercio lo scorso 15 novembre, mentre oggi, giovedì 24 novembre, alle 16, presso la sala giunta di Palazzo di Città l’amministrazione Cassì incontrerà i rappresentanti degli Ordini professionali di ingegneri, architetti, agronomi e dottori forestali, geologi e dei collegi dei geometri, periti industriali, periti agrari della provincia di Ragusa per illustrarlo. Ma il fondamentale strumento urbanistico, che non è soltanto tecnico, ma coinvolge anche economia e un’idea di città che si vorrebbe, ha subito sollevato obiezioni e critiche da parte delle opposizioni consiliari e politiche, anche se no sono mancati i pareri favorevoli.
Andiamo ad esaminare le varie prese di posizione sintetizzandole al massimo per dare ai nostri lettori una panoramica dello stato della discussione. Il segretario cittadino del Partito democratico, Peppe Calabrese già il giorno precedente alla presentazione ufficiale, aveva messo le mani avanti, preannunciando “il Pd ha creato un gruppo di lavoro per analizzare il Piano Regolatore Generale recentemente approvato dalla Giunta Cassì” e spiegando “quello del gruppo di lavoro messo su dal Pd, composto da tecnici e politici, tutte persone competenti in materia, per analizzare l’elaborato prodotto, sarà un lavoro minuzioso per comprendere che idea di città abbia Cassì e se questa sia compatibile con la nostra”. Calabrese era poi tornato sull’argomento pochi giorni dopo la presentazione del PRG auspicando “Sia strumento della città e non del sindaco Cassì…vogliamo che non sia lo strumento urbanistico di una sola parte politica, quella del sindaco Cassì, ma di tutta Ragusa. Purtroppo abbiamo già trovato le prime storture”. Tra le critiche principali avanzate dai dem ragusani il fatto che si userà “la tecnica della perequazione che, immancabilmente, si tramuterà nell’intensificarsi della cementificazione in tutte quelle zone attualmente “vuote”, il pericolo che sparisca il parco agricolo urbano, mentre diventeranno terreni agricoli anche molti lotti presenti in tutte le contrade a ridosso della cinta urbana o a monte di Marina di Ragusa senza che sia previsto alcuna compensazione. In pratica verranno sottratti terreni a piccoli proprietari che non potranno più costruire e non gli viene riconosciuta nessuna volumetria, mentre sul centro storico non sembra esserci nulla sul Piano Particolareggiato, quindi sarà un’area sostanzialmente imbalsamata scartando l’ipotesi di aree di edilizia economica e popolare al suo interno demolendo case fatiscenti e pericolose”.
Critiche anche dal consigliere comunale Giovanni Gurrieri, capo del gruppo misto che obietta “un atto dovuto ma necessario ora approfondire le previsioni prima di giungere all’approvazione definitiva”. E infatti Gurrieri, dopo aver sottolineato che “il nuovo strumento urbanistico dovrà creare le condizioni di rilancio del centro storico e di rifioritura dell’area rurale, e che bisogna fare i conti con l’emergenza idrica che negli ultimi anni si intensifica” propone “non ci si deve fermare ad un semplice incontro ma calendarizzare vari appuntamenti per coinvolgere maggiormente i cittadini così da non fermarsi alle semplici enunciazioni”. E conclude “molti aspetti interessanti ma se non si sviluppano i giusti percorsi il Prg rischia di essere solo un libro dei sogni”.
Spostandosi un attimo fuori dal campo delle opposizioni consiliari, si registra l’intervento di Raffaele Schembari, presidente del movimento Territorio Ragusa, secondo il quale si tratta di “un PRG che la città non apprezza, tutto da scoprire, si vuole trasformare Ragusa in un enorme parco cittadino”. Schembari sintetizza così il punto di vista del suo movimento “Ragusa ha un suo habitat, fatto di enormi spazi verdi inframezzati al tessuto urbano, spesso si incontrano muri a secco fra costruzioni moderne, sembra che si voglia stravolgere tutto con un semplice colpo di spugna ma è un abbaglio se qualificati tecnici parlano poi di PRG espansivo, di eccessivo consumo di suolo, di sfruttamento degli spazi agricoli e di scarse attenzioni per i centri storici, cuore della città. Si presta molta attenzione allo spazio pubblico ma non si è fatto nulla, in cinque anni, per rivalutare quelli esistenti, si è detto per cinque anni che il nostro è un territorio assai esteso, con una enormità in metri quadrati di aree di verde pubblico, difficili da curare e da mantenere, con questo PRG si vuole allargare l’area verde della città in maniera esponenziale”.
Infine dal presidente di Territorio arriva il giudizio politico “per chiudere, molti addebitano al sindaco e al suo entourage come una mossa preelettorale l’approvazione e la presentazione del piano, alla luce degli eventi sembra piuttosto che ci troviamo davanti ad un maldestro autogol che potrebbe tarpare le ali ai sogni di riconferma”. Sulla questione PRG interviene anche Saverio Buscemi, rappresentante cittadino della lista De Luca che afferma “il buon senso impone ulteriori momenti di approfondimento su un tema così importante per il futuro della città” e che, dopo aver attenzionato “la questione del centro storico e dell’utilizzo dei supporti di dettaglio che dovrebbero potere essere riscontrati da tutte le parti in causa”, auspica “al di là dei momenti dettati da un iter che l’Amministrazione comunale, a quanto abbiamo appurato, sta seguendo pedissequamente, si rende necessario approfondire ulteriormente alcuni aspetti che potrebbero risultare utili per meglio fornire spunti al Consiglio comunale quando lo strumento urbanistico approderà in aula”.
E dopo questi intermezzi di forze civiche, torniamo alla politica con il giudizio espresso da Stefania Campo, deputata regionale del movimento 5 stelle, ora alla sua seconda legislatura, Campo non mostra dubbi nell’affermare “strumento che manca di ascolto da parte dei cittadini, delle organizzazioni di categoria e produttive, delle associazioni giovanili ma anche degli ordini professionali. E’ necessario che tutti vengano messi nelle condizioni di poter contribuire alla redazione definitiva”. Poi aggiunge “a disegnare la nuova città non possono essere solo dei tecnici e degli esperti. D’altronde, nella passata legislatura regionale, dopo quarant’anni di assurdi ritardi, e solo grazie all’incisivo impegno del gruppo parlamentare 5 Stelle, sull’urbanistica è stata varata una innovativa riforma regionale, che ha dettato degli indirizzi ben precisi: preservare il suolo agricolo, consumo suolo tendenziale allo zero, rigenerazione urbana, riqualificazione e ripristino del patrimonio immobiliare già esistente ma in stato di abbandono o in disuso, e dettagliata giustificazione degli eventuali aumenti dell’indice di fabbricabilità in relazione solo a reali esigenze abitative o alla messa in opera di nuovi servizi per il territorio. Su tutto ciò noi vigileremo con molta attenzione. Ed ecco perché penso che la presentazione pubblica non possa che essere considerata solo come la partenza di un ben più ampio e inclusivo confronto”.
Da parte sua il capogruppo consiliare M5 di Ragusa, Sergio Firrincieli avanza una proposta “dopo avere preso atto delle numerose recriminazioni riguardanti il nuovo Prg, lanciamo un appello a tutte le opposizioni affinché si faccia quadrato su un argomento di capitale importanza per il futuro della città. E’ il momento di agire e di farlo in maniera politicamente ineccepibile. Almeno, comprenderemo se e da che parte stanno davvero le opposizioni che dicono di essere tali. Per tale motivo, facciamo appello ai cittadini, alle associazioni, ai portatori di interesse, affinché si rivolgano alle opposizioni così da metterle nella condizione di rappresentare al meglio il sentimento presente ed espresso, durante il dibattito, su questa delicata questione. Noi siamo disponibili e chiediamo alle altre opposizioni di esserlo pure, negli stessi termini. Ecco perché rivolgiamo un appello a tutte le forze politiche di quest’area affinché si faccia quadrato, consapevoli che bisognerà indicare una strada per la Ragusa del futuro il più possibile condivisa. E non è quello che si vuole fare con il nuovo Prg. Noi ci siamo e aspettiamo che anche gli altri raccolgano il nostro appello per cercare di avviare un percorso il più possibile unitario su questa tematica di grande respiro”. Chiudiamo infine questa lunga carrellata (chiedendo scusa ai nostri lettori per averli probabilmente annoiati) con una voce non di dissenso ma favorevole all’operato del Sindaco Cassì.
Quella di Mario Chiavola, presidente dell’associazione politico culturale ‘Ragusa in movimento’, che sottolinea “critiche sterili. ma perchè chi voleva presentare le proprie proposte non lo ha fatto nel momento opportuno?”. Poi entra nel dettaglio “tutti, infatti, chiedono ulteriori incontri di approfondimento, di chiarimento. Ma dov’erano quando il Piano fu proposto alla città proprio con l’intento di presentare modifiche? Tre giornate sullo schema di massima. In quella sede era il momento adatto prima di arrivare al progetto definitivo. Del resto, ci sembra che siano pervenute un centinaio di osservazioni da parte dei cittadini e che, tra gli interventi, si sia registrato anche quello del segretario cittadino del Pd, Peppe Calabrese, che ora chiede conto e ragione sul fatto che non è stato possibile dire la propria. Circostanza, insomma, non proprio veritiera. Di quelle famose osservazioni si è tenuto conto nella redazione del Prg esecutivo che è quello presentato martedì scorso alla città, anche attraverso lo streaming per favorire proprio tutti. Tra l’altro, questo a testimoniare il fatto che l’Amministrazione Cassì non intende avere un atteggiamento di chiusura, mi risulta che giovedì prossimo ci sarà un incontro con gli ordini professionali. Inoltre, alla luce delle lamentele raccolte dalle varie forze politiche di opposizione, mi pare di potere dire che ci siano assolutamente i margini per raccogliere ulteriori integrazioni. L’incontro con gli ordini professionali, ad esempio, serve proprio a questo. Per non parlare del fatto che, poi, il nuovo Prg approderà in commissione consiliare e quindi in Consiglio dove potranno essere proposti ulteriori emendamenti e in questa circostanza arriverebbero, dunque, ulteriori solleciti formali per integrare modifiche. O forse i consiglieri non rappresentano i cittadini? Dopo l’adozione in Consiglio comunale, tra l’altro, ci saranno trenta giorni dedicati alla pubblicazione del Prg così esitato e altri trenta giorni per le osservazioni di tutti i cittadini. Che poi saranno discusse ulteriormente in Consiglio comunale. Ecco perché ritengo che tutte le critiche abbiano un sapore strumentale visto che l’iter parla chiaro e fornisce assolutamente possibilità, qualora ritenuto indispensabile, di manovra”. (daniele distefano)