Modica – Arti figurative che si impregnano di forte realismo, talmente tanto da sembrare fotografie, scatti di realtà di una Sicilia che accoglie ma anche che spreca, che rigetta, che mischia. L’arte diventa strumento di denuncia oltre che di racconto. E’ l’arte del siciliano Giovanni Iudice a cui la Fondazione Teatro Garibaldi di Modica dedica una mostra antologica dal prossimo 7 dicembre nel suggestivo spazio espositivo dell’ex convento del Carmine. Un progetto ambizioso organizzato dalla Fondazione in partnership con DSE Pubblicità, e in sinergia con la “Domenico Sanfilippo Editore”, editore del quotidiano “La Sicilia”. Un focus su trent’anni di arte con opere realizzate dal 1992 al 2022, attraverso un percorso artistico che viene composto grazie alla disponibilità di importanti collezioni private.
La mostra antologica “Iudice” celebra l’artista gelese Giovanni Iudice che si è imposto all’attenzione della critica nazionale per il suo particolare segno e per la capacità di imprimere sulle tele le più belle emozioni dell’anima. In esposizione circa sessanta opere, provenienti da prestigiose collezioni, rappresentative dell’intera esperienza pittorica di Iudice, dai primi disegni degli anni Novanta fino ai lavori contemporanei. Trent’anni di storia, di cicli diversi, di ritorni e di sperimentazioni, rappresentati attraverso gli occhi e la mano di un artista sensibile che sa interpretare le bellezze di una terra, del suo popolo e di quanti l’hanno attraversata, un viaggio emozionale, originale e vario, che affascinerà lo spettatore. E forse gli farà porre degli interrogativi. Del resto Iudice è stato il primo a trattare il tema dei migranti non con l’obiettivo di stupire, per la straordinaria capacità espressiva del linguaggio artistico usato, ma per riflettere.
Ad esempio “Umanità”, opera di grandi dimensioni divenuta celebre anche per essere stata esposta alla Biennale di Venezia nel 2011, offre l’invito a non fermarci a guardare la disperazione, ma a soffermarci sulle cause che hanno spinto quei migranti ad intraprendere un viaggio pericoloso e senza certezze, diventando così manifesto di un enorme problema umanitario. Pittura, disegno, matita, oli. Tecniche diverse nei cicli diversi di Iudice, ma un’unica grande forza espressiva: “In questi 30 anni di produzione, i miei temi – spiega l’artista felice di essere ospite a Modica – hanno riguardato molto l’aspetto sociale attraverso un’estetica del linguaggio che guarda alle arti figurative anche se da sempre mi definisco un realista”. Una pittura che, come nel caso delle spiagge, non è edonista ma a volte nasconde, o narra apertamente, il dramma.
E quei mari rappresentano un po’ una “terra del ritorno”, dove il blu è la vita, l’evoluzione, la crescita, anche quella personale dell’artista stesso, a stretto contatto con l’ambiente marinaro. E tutto questo in un equilibrio visivo che sta tra la forza del realismo e la riscoperta del colore come armonia interiore. “Dotato di notevoli strumenti disegnativi e pittorici – commentano il presidente Domenica Ficano e il sovrintendente Tonino Cannata della Fondazione Teatro Garibaldi – Iudice ha interpretato la Sicilia come metafora della società contemporanea. Ha dipinto la vita dei rioni popolari, ha dipinto le spiagge popolate da bagnanti nella lunga estate siciliana, ha dipinto i migranti che nelle stesse spiagge sono arrivati da clandestini nel buio della notte”. Il critico e storico dell’arte Paolo Nifosì, curatore della mostra insieme a Tonino Cannata, aggiunge: “Iudice è artista sociale, artista di storie, rappresenta la contemporaneità nell’evidenza dell’occhio, in un momento storico in cui si è verificata un’accelerazione nella restituzione della realtà visibile mediante i sempre più sofisticati mezzi della riproduzione virtuale.
Ma la sua scommessa è quella di vincere utilizzando i più antichi mezzi della rappresentazione, il disegno e i colori dell’olio e del pastello, ancora una volta reinventati e inediti. In prima istanza il disegno e in seconda istanza, ma senza gerarchie, il colore”. Una mostra dedicata alle varie facce della nostra terra, “con opere pittoriche che sembrano fotografie di un contesto cangiante, come d’altronde mutevole è la società che ci circonda – spiega Antonello Piraneo direttore del quotidiano “La Sicilia” – La mostra di Giovanni Iudice è cartina tornasole dell’attenzione che rivolgiamo alla cultura nel senso più ampio del termine”.