Chiamato direttamente in causa dal presidente di Ragusa in Movimento, Mario Chiavola (“ma Barone le legge queste cose prima di farle mettere in bocca ai suoi consiglieri? Oppure, anche lui, è vittima di un attacco narcisistico che gli fa sembrare talmente bello tutto quello che è accanto a lui da non accorgersi quando, come in questo caso, si va a toppare clamorosamente?), l’ex assessore Ciccio Barone ha così risposto. “Essendo stato tirato in ballo come colui che sarebbe l’ispiratore di un comunicato dei consiglieri Rivillito e Mezzasalma, esponenti del Movimento politico cittadino ‘Patto per Ragusa’, ritengo di dare una risposta, anche se il soggetto estensore della nota contro i consiglieri non merita eccessiva attenzione, se non altro per il suo passato.
Tutti ricorderanno la partecipazione del Presidente di “Ragusa in Movimento” alla commemorazione di Sergio Ramelli, a Ragusa, nella via a lui intitolata, quando ha chiamato il ‘presente’, il saluto tipo dei camerati fascisti, con la collegata alzata di mano per il saluto romano, episodio che attirò le rimostranze del sindaco Cassì e un esposto del Partito Democratico. Basterebbe questo per qualificare il personaggio, anche se non mancano, nella sua storia le altalenanti posizioni anche nei confronti di candidati del centro destra, per citarne solo una un mancato sostegno al candidato Cosentini. Anche nei confronti del sindaco Cassì non mancano gli interventi di ‘Ragusa in Movimento’, formalmente inoltrati da Mario Chiavola che figura come Presidente del Movimento anche se tutti sanno che la ‘mente’ non è lui, ma sono altri e ben conosciuti a Ragusa.
In questa occasione, Chiavola sembra volersi scaricare del fardello di essere passato da oppositore di Cassì a suo sostenitore, che ambisce ad alleanze e ad accordi, per la vicinanza delle prossime consultazioni elettorali. E’ favorito in questa sua ultima giravolta politica dal fatto che la destra, con Fratelli d’Italia, sarebbe disponibile a riallacciare rapporti con il sindaco Cassì ma quest’ultimo vuole mantenere, come sempre dichiarato, la distanza dai partiti. Per Chiavola l’occasione di offrire il suo sostegno, tutto da quantificare nelle sue ridotte dimensioni numeriche, come espressione civica. Ergo, si erge a difensore di Cassì per la nota diffusa dai consiglieri Rivillito e Mezzasalma. Ma non sa nemmeno leggere bene i comunicati. Rivilllito e Mezzasalma non dicono, affatto nel comunicato, che il sindaco ha dormito, fanno rilevare la sua incapacità nel perseguire un suo obiettivo primario della campagna elettorale, quello di risvegliare la città, cosa che non è avvenuta. Dorme la città, non Cassì che si agita nel produrre annunci ma non riesce a concretizzarli né riesce a dare segnali di risveglio alla città, anzi.
E’ vero, la campagna elettorale ci riserverà molte sorprese, le prime sono venute, appunto, da Chiavola, passato da critico del sindaco Cassì a suo sostenitore. La decenza per non coprirsi di ridicolo, sempre politicamente parlando, come usa dire Chiavola, la deve ricercare per la sua persona e per il suo movimento. Quanto al commento sulle riflessioni dei consiglieri appartenenti al movimento ‘Patto per Ragusa’, evitando di stigmatizzare la scarsa opportunità di attaccare un altro movimento civico della città, ci saranno tempi e modi, peraltro come già annunciato, per spiegare cosa hanno fatto e come hanno agito Rivillito e Mezzasalma nei cinque anni, per cercare di riportare la politica nell’alveo del programma elettorale annunciato. Non c’erano solo Rivillito e Mezzasalma nel gruppo che ha sostenuto, unito, il sindaco, come altri, che credono ancora nei principi ispiratori del gruppo e che sono stati traditi da Cassì e dal suo cerchio magico, non certo dal sottoscritto o dai suoi fedelissimi.
Stare in un gruppo significa tentare fino all’ultimo di non rompere unilateralmente l’unità, Rivillito e Mezzasalma non sono i primi ad essere usciti dalla maggioranza, come ci sono altri componenti della stessa non del tutto felici di come sono andate le cose. Veramente ne vedremo delle belle in questa campagna elettorale se l’inizio è quello di vedere uno che chiama il ‘presente’ in una pubblica cerimonia, voler dare lezioni di politica e bacchettare gli avversari, almeno per il momento non siamo vittime della dittatura fascista, forse da qualcuno auspicata”. (da.di.)