Il relitto di una nave misteriosa è stato ritrovato a più di 400 metri sotto la superficie del lago Mjøsa, che si trova a circa 100 km a nord della capitale norvegese. Le difficili condizioni meteorologiche e ambientali finora non hanno permesso al team di archeologi di raggiungere i resti della nave, né di poterla toccare con mano, ma grazie a un sonar sono riusciti a ottenere delle “immagini acustiche” che hanno già sollevato numerose domande. Il lago Mjøsa è un luogo affascinante che gli studiosi conoscono già piuttosto bene e, da anni, stanno mappando alla ricerca di reperti risalenti alle più disparate epoche. Con un bacino di 360 km quadrati, in piena età vichinga è stato il fulcro di una delle più prospere rotte commerciali e la scoperta del relitto è quanto di meglio il team di ricerca potesse aspettarsi. Per sondare le acque del lago norvegese, gli archeologi si sono serviti di un veicolo sottomarino autonomo Hugin (AUV) della FFI, dotato di un sonar che utilizza i riflessi degli impulsi sonori per creare immagini acustiche dettagliate dell’ambiente circostante, anche in condizioni di scarsissima luminosità.
Un relitto antichissimo sul fondo del lago Mjøsa
Come ha affermato il professor Øyvind Ødegård, archeologo marittimo dell’Università Norvegese di Scienza e Tecnologia (NTNU), la forma e i metodi di costruzione della nave suggeriscono che sia stata costruita almeno 700 anni fa e, di fatto, si tratterebbe di uno dei relitti più antichi mai rinvenuti nelle acque norvegesi. Una scoperta affascinante che si aggiunge ad altre piuttosto recenti, come il ritrovamento di una barca vichinga risalente a un periodo compreso tra 500 e 1.000 anni fa vicino alla città di Kvinesdal, nel sud-ovest della Norvegia. Stando ai primi dati raccolti, la nave avrebbe uno scafo di legno lungo circa 10 metri con un solo albero e una vela quadrata, simile a quelle tipiche delle navi vichinghe. Da queste ultime, però, si distingue per via del timone centrale che, al contrario, i vichinghi costruivano tradizionalmente sul lato destro dello scafo. Ma c’è anche di più, perché le immagini del sonar mostrano con chiarezza il caratteristico telaio a clinker (limisaumaveneet), metodo di costruzione tradizionale in cui le assi dello scafo si sovrappongono, rendendolo più leggero, tipico degli antichi popoli nordici vissuti tra Finlandia, Norvegia e Svezia.
Attualmente non sappiamo a cosa servisse questa antichissima nave, né se contenga del carico al suo interno. Navi delle stesse dimensioni e realizzate con questa particolare tecnica probabilmente erano piuttosto comuni nel lago Mjøsa in epoca medievale, ma eventuali reperti e merci contenute in questo relitto potrebbero sorprenderci e svelare qualcosa di più. O almeno è l’auspicio del team di archeologi, costretti al momento a lasciare tutto in sospeso nell’attesa che la visibilità migliori e le acque del lago diventino più facilmente percorribili, per effettuare un sopralluogo “ravvicinato” del relitto con attrezzature fotografiche specifiche.