Quando la brillante giornalista televisiva Natalia Moseichuk chiese a Budanov in una intervista che cosa si fossero detti, lui rispose con un sorriso a labbra strette: “E’ stata una conversazione tra professionisti”. Come dire: “Anche io sono addestrato a uccidere i nemici, quindi rispetto un nemico che ha cercato di farmi fuori”.
Questo attentato era la vendetta per l’azione di sabotaggio compiuta da Budanov insieme ad altri agenti del GUR tra il 6 e l’8 agosto del 2016, in Crimea nella città di Armyansk, in occasione della visita di Putin. L’operazione, che doveva rovinare la festa al presidente russo, andó male perché il commando ucraino fu scoperto. Ci furono due conflitti a fuoco: un tenente colonnello del FSB (il nuovo KGB) e un caporale dell’esercito rimasero uccisi nel tentativo di catturare i sabotatori.
Il 16 giugno il servizio di intelligence di Budanov aveva pubblicato su Internet i disegni tecnici del ponte di Kerch fra Crimea e Russia. Questo messaggio uscito mesi prima, é stato poi letto come una minaccia: “E’ un nostro bersaglio, prima o poi ce ne occuperemo”. Infatti, l’8 ottobre il ponte è stato danneggiato da un’esplosione.
Solo recentemente l’alto ufficiale ucraino ha cominciato a rilasciare interviste pubbliche. Una scelta oculata da parte della strategia di comunicazione ucraina, che con la storia del capo del GUR cerca di mettere in ombra gli errori dell’altro servizio di sicurezza ucraino, SBU. Infatti, il successo dell’avanzata russa dalla Crimea all’inizio dell’invasione fu aiutato dal tradimento di alcuni capi dell’amministrazione regionale ucraina e di ufficiali del SBU. Per questo motivo il suo direttore Ivan Bakanov, amico di lunga data di Zelensky, é stato licenziato a luglio 2022, perché responsabile di non aver neutralizzato le talpe russe tra i suoi ranghi.
Kyrylo Oleksiyovych Budanov è nato il 4 gennaio 1986 a Kiev (URSS) e si è laureato nel 2007 nell’accademia militare di Odessa. Ha combattuto nel Donbas, dove è stato ferito diverse volte. Ha svolto diversi incarichi nelle unità speciali ucraine, ma le informazioni a riguardo sono classificate.
Il 5 agosto 2020, il presidente dell’Ucraina lo mette a capo della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino. Secondo la costituzione, in tempo di pace la direzione di Budanov é sotto la catena di comando militare, ma in tempo guerra risponde direttamente a Andriy Yermak, consigliere speciale di Zelensky.
Budanov coordina anche le operazioni di scambio di prigionieri e il trattamento dei prigionieri di guerra russi. Nel settembre 2022, ha partecipato all’operazione che ha riportato a casa 215 soldati ucraini, tra cui 100 del reggimento Azov, compresi i comandanti, scambiati con 55 soldati russi e il capo della rete di collaborazionisti filo- russi Viktor Medvedchuk.
Anche Papa Francesco, che era stato coinvolto nella trattativa per la liberazione dei prigionieri, ha raccontato di avere incontrato un “capo militare ucraino”. In seguito si é capito che quell’ufficiale era proprio Kyrylo Budanov.
Il capo delle spie ucraine ha previsto che le ostilità contro la Russia finiranno entro l’estate del 2023 con la riconquista di tutti i territori occupati. Inoltre, ha detto che la riconquista della Crimea e del Donbass é la priorità principale della sua squadra.
“Sappiamo tutto del nostro nemico. Conosciamo i loro piani quasi mentre vengono realizzati”, dice Budanov. In Europa molti hanno ancora paura della Russia, ma “questa potenza russa così pubblicizzata è un mito. Non è così potente, è solo un’orda di persone con le armi”.
Dopo la fine della guerra, inizierà un “processo politico molto serio” con grandi cambiamenti nella Federazione Russa. In primo luogo, le regioni caucasiche si separeranno: “Questo è un territorio troppo vasto, che esiste da tanto tempo, e si fonda esclusivamente sulla fede nel potere del regime. Non appena il regime crollerà, tutto questo cadrà”, conclude Budanov.
(ITALPRESS).